Rivera: "Totti merita il Pallone d'Oro"

13/10/2013 15:38

CORSPORT - Pallone d'Oro è un'idea che rimbalza nella testa di chi ama e capisce di calcio ormai da tempo. Lo strepitoso avvio di stagione dell'inesauribile capitano giallorosso sta trovando consensi in tanti che vorrebbero vedere questo riconoscimento assegnato al numero 10 giallorosso. Tra questi c'è anche Gianni Rivera, che di sicuro sa cosa vuol dire guadagnarsi il premio dei sogni istituito da France Football, essendo stato il primo italiano ad averlo portato a casa, nel 1969, superando di quattro voti il connazionale Gigi Riva. Allora, furono decisive per l'assegnazione la finale di Coppa dei Campioni vinta con il Milan contro l'Ajax per 4-1 e, nello stesso anno, la Coppa Intercontinentale superando l'Estudiantes anche grazie a una sua rete nella finale di ritorno a Buenos Aires.
Il quotidiano sportivo ha intervistato l'ex rossonero riguardo la possibilità di vedere insignito del premio. Ecco le sue parole:
 

e il Pallone d'Oro, mission impossible. Non c'è mai riuscito, eppure...

«Penso che l'avrebbe meritato e visto che gioca sempre ad alti livelli anche a 37 anni, magari potrebbe ancora meritarlo. Ma la questione è chiara: credo che abbia scontato negli anni il fatto che la Roma non ha mai vinto in campo internazionale. E' solo questo ad aver condizionato».

Non basta vincere il Mondiale né fare la differenza da leader di un unico club e in Nazionale?

«Nell'anno del Mondiale, il 2006, è stato scelto Fabio Cannavaro, nelle altre edizioni si sono comunque indirizzati verso altri nomi sempre importanti e qualificanti. La storia del Pallone d'Oro è questa: France Football ha stabilito dei criteri e poi ci sono voti da tutta Europa che sanciscono una classifica».

L'avrebbe meritato o a livello personale gli è mancato qualcosa per vincerlo?

«Come giocatore non si discute e l'avrebbe potuto vincere per le doti e il valore riconosciuto da tutti. (...) Si deve vincere in campo nazionale e soprattutto internazionale. Non è stato fortunato in questo senso, anche se sta facendo una carriera bellissima».

Una volta ci scherzò sopra chiedendosi cosa dovesse fare per vincerlo: lei gli ha risposto, no?

«Non basta essere forti a livello individuale: questo evidenzia la parabola del Pallone d'Oro. Si è forti, e quindi si viene premiati, in un contesto speciale di squadra che può essere un club o la Nazionale».

Potrebbe essere una soluzione rimediare a certe "dimenticanze" istituendo il Pallone d'Oro alla carriera?

«E' un'idea, ma (...) difficilmente secondo me cambieranno idea(...). Si tiene conto della singola stagione e il riconoscimento è mirato sul giocatore che si ritiene il migliore di quell'annata».

Tra i numeri 10, lei dove colloca ?

«Impossibile stilare una graduatoria, impensabile metterli in fila. Ce ne sono tanti che hanno divertito in passato e divertono di questi tempi. Oggi magari divertono un po’ meno».

Cosa apprezza particolarmente di lui?

«E' un giocatore che ha tante qualità. (...) E' un campione, un capitano, un simbolo. E ha fatto una scelta importante quale quella di vestire una sola maglia».

 
(corsport)