Calciopoli, slitta a dicembre la sentenza d'appello

19/11/2013 19:28

 Tempi più lunghi, almeno una settimana, per conoscere il verdetto d'appello del processo a Calciopoli, contro la cosiddetta cupola del calcio che avrebbe falsato il campionato di serie A 2004-05. La Corte di Appello di , infatti, visto il numero degli avvocati che devono ancora prendere la parola (ben 9 tra cui quelli di imputati importanti come Moggi, Pairetto, e Bertini) ha messo in calendario un'altra udienza per il 3 dicembre quando dovrebbe arrivare anche la sentenza, in precedenza attesa per il 27 novembre.

La decisione è arrivata al termine dell'udienza di oggi dedicata alle difese. Quella di Innocenzo Mazzini, soprattutto, il vulcanico ex vicepresidente della Figc che secondo l'accusa (per lui la richiesta è di 3 anni di reclusione) si sarebbe dato da fare in qualità di promotore dell'associazione per delinquere per salvare e Lazio dalla retrocessione. Gli avvocati Claudio Botti e Vittorio Bratti hanno puntato sulle contraddizioni della sentenza di primo grado «da cui - hanno sostenuto - emerge che il campionato non fu alterato». «Il sistema Moggi non esiste - ha detto Bratti - esiste un sistema calcio condiviso da tutti in grado di garantire favori a una squadra piuttosto che a un'altra a seconda del momento». Sminuito il ruolo di Mazzini in Figc: «Era espressione del calcio dilettantistico, aveva scarso peso» così come la sua capacità di combinare le partite.

«Mazzini - ha sottolineato l'avvocato Botti - tendeva ad accreditarsi con i presidenti per quello che non era. Così si spiega il rapporto con Della Valle e Lotito, ma lui al massimo era un sodale del 90', telefonava a partite finite millantando un suo intervento per favorire un certo esito degli incontri. Ma sempre dopo, mai prima». Di qui la richiesta di assoluzione o il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Chiede l'assoluzione per Claudio Lotito, perchè il fatto non sussiste, l'avvocato Gianmichele Gentile, difensore con l'avvocato Siniscalchi del patron della Lazio. «Quando Lotito chiama l'allora presidente della Figc Carraro - ricorda - la Lazio era reduce da una serie di torti subiti. Stanco di subire, si rivolge allora a Carraro che chiama Bergamo per raccomandarsi che non ci siano errori in Lazio-Brescia ma senza che la cosa produca risultati perchè la Lazio continuerà a subire torti arbitrali nel prosieguo di quel campionato. E quanto agli arbitri non c'è prova del sorteggio alterato per le gare Chievo-Lazio e Lazio-Parma».

Per Lotito la procura ha chiesto il non luogo a procedere per prescrizione dei reati di frode sportiva. Hanno chiesto l'assoluzione dei loro assistiti anche gli avvocati Alessio Palladino per l'ex arbitro Antonio Dattilo («non c'è prova della sua condotta fraudolenta», il pg ha chiesto 1 anno e 3 mesi), Edda Gandossi per l'ex addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani («non c'è niente che testimoni che abbia mai chiesto favori a Bergamo»), Giacomo Mungiello per l'ex giacchetta nera Salvatore Racalbuto («non si capisce quale sarebbe il vantaggio a fine di lucro») e l'avvocato Carlo Morace per il patron della Reggina Lillo Foti («non ci sono contatti tra lui e Bergamo per le partite contestate»). Per questi ultimi tre è intervenuta la prescrizione. Si torna in aula il 27 novembre: in programma gli interventi dei difensori degli arbitri Bertini e e, se ce ne sarà il tempo, di Pierluigi Pairetto e Luciano Moggi.

(ANSA)