05/05/2014 13:09
RTL - "Noi abbiamo un'idea molto chiara, cioe' che le societa' sono sane, non vogliono avere a che fare con la tifoseria violenta, ne sono convinto. Deve essere lo Stato ad aiutare le societa' ad emanciparsi anche da forme di condizionamento che possono venire fuori dalla tifoserie violenta e lo stato deve farlo con misure forti, basta impunita' nei confronti di chi compie questi atti di violenza allo stadio e l'altro elemento di aiuto alla societa' e' la organizzazione dei servizi in congiunta con le forze di polizia che possa creare una bonifica preventiva degli stadi".
Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, questa mattina ai microfoni di RTL 102.5 durante "Non Stop News" a proposito dei fatti accaduti sabato a Roma in occasione della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. "Relativamente al Napoli, sabato sera, sono convinto che il fatto di aver dato una rassicurazione, di aver girato cioe' un'informazione, abbia consentito di stemperare una tensione che si era determinata per comportamenti che si erano verificati a 3 o 4 km, e' stato il concatenarsi delle notizie e delle sensazioni che ha determinato il credere fosse in corso una faida tra Napoli e Fiorentina che non era invece in atto".
Sulla maglietta indossata da "Genny 'a carogna", Alfano sottolinea: "Mi ha indignato e mi ha portato ieri a telefonare alla signora Marisa Grasso, vedova Raciti, dicendole che ci sentiamo tutti Filippo Raciti e che pensiamo che quegli uomini in divisa rappresentati anche dal sangue versato da suo marito sono gli uomini che dobbiamo stimare, ai quali essere vicini, e noi come Governo siamo stati vicini agli uomini in divisa esattamente con 700 milioni in piu' di stanziamenti durante la legge di stabilita' per l'anno 2014. Questo e' stato il nostro segno concreto di vicinanza alle divise e per me che l'onore di queste divise venga messo continuamente in discussione, io sto dalla loro parte senza dubbi. Per il resto e' evidente che si tratta di condizioni e situazioni eccezionali - ha proseguito il ministro -, dove dentro uno stadio di calcio gli operatori sono costretti a fare i conti anche con la logica della riduzione del danno e alla logica del contenimento di una possibile esasperazione della tensione su 60.000 presenti. Sono momenti delicatissimi da gestire. L'unica certezza e' che l'ordine pubblico era garantita sia fuori che dentro e che quello verificatesi ad alcuni km dallo stadio non aveva nulla a che fare con la partita e che noi eravamo in grado di disputare in considerazioni di sicurezza la partita. Questa e' la comunicazione data e che noi come Stato, ovviamente la valutazione tecnica l'hanno fatta gli operatori della sicurezza, il prefetto, il questore".