Polemica nel forno di Recife. No ai time out, rabbia azzurra

20/06/2014 10:51

GASPORT (S.VERNAZZA) - Time out sì o time out no? L’Italia li vuole fortissimamente, ma sono minime le possibilità che oggi all’Arena Pernambuco ci si fermi per permettere ai giocatori di reidratarsi. La Fifa ha stabilito che le due sospensioni – una per tempo, da tre minuti ciascuna – scattino in caso di temperatura superiore ai 32 gradi. Le previsioni di weather.com, sito tra i più affidabili in fatto di meteo, annunciano per oggi a Recife una massima di 27 gradi, con 40 per cento di possibilità di pioggia e 77 per cento di umidità. Se così sarà, niente time out. Perché usiamo la formula dubitativa? Perché qui a Recife il tempo è ballerino, cambia da un momento all’altro e spesso manda in tilt persino i migliori meteorologi, ragion per cui non si può del tutto escludere che oggi intorno a mezzogiorno, magari per pochi minuti, la temperatura sfondi il tetto dei 32 gradi.

Medico Fifa - Decisiva sarà la riunione pre-gara col medico della Fifa, un’ora e mezza prima della partita. In quel momento si guarderà il termometro: se la colonnina segnerà meno di 32, niente time out. Una scena del genere si è già vista ieri a bordo campo, per l’allenamento della vigilia. Chiellini e altri azzurri si sono avvicinati al dottore della Fifa e hanno incassato un no preventivo. «Ragazzi, se la temperatura è questa (c’erano 29 gradi, ndr), niente time out», ha annunciato «the doctor». Thiago Motta ha messo una mano sulla fronte del funzionario Fifa, come se volesse dirgli: «Lo vedi che stai sudando pure te senza neppure correre? ». Non c’è stato verso.

Arrabbiatura - Cesare Prandelli si è arrabbiato: «Il clima non è normale. All’una, orario d’inizio della partita di oggi, c’erano 29 gradi e 57 per cento di umidità. Poi il cielo si è aperto, i gradi sono saliti a 40 e l’umidità è schizzata a oltre il 70 per cento. La situazione andrebbe monitorata di minuto in minuto per decidere se fare o meno le pause». Il dettaglio sottolineato dal ct non è di poco conto, i giocatori della Costa Rica sono più abituati di noi al caldo. A Manaus, contro l’Inghilterra, molti azzurri hanno chiuso la partita sulle ginocchia. Alcuni, come Verratti e Marchisio, erano talmente stravolti dalla fatica che vedevano doppio. Il paletto dei 32 gradi non sembra una mossa intelligente; all’una del pomeriggio nel Nordest del Brasile fa caldo. Punto. Qualche grado in più o in meno non può incidere sulla questione fondamentale, la salvaguardia della salute dei giocatori.