Uruguay, Tabarez: "Giocare contro gli azzurri è un regalo del cielo. Vincere contro l'Italia significherebbe battere una grande"

23/06/2014 23:12

Sale in cattedra «El Maestro» Tabarez e ce n'è per tutti, con garbo ma senza sconti. L'Italia domani «ha un vantaggio», perchè è l'Uruguay a dover per forza vincere. Ma la Celeste «darà tutto», perchè «vincere contro l'Italia non è come battere una qualsiasi squadra. Significa vincere contro una grande. Giocare contro gli azzurri è un regalo del cielo».

Non c'è domanda alla quale il ct uruguayano non risponda citando, affabulando, rimproverando bonariamente: «paura per domani proprio no - risponde parlando, su richiesta, in italiano - la paura non esiste nel calcio, piuttosto nella vita, se succede qualcosa ai tuoi cari. Balotelli? È un grande giocatore, giovane, specialista negli ultimi metri. Siamo convinti che domani giocherà, noi abbiamo studiato il modo di controllarlo».

Calmo e concentrato, Tabarez cerca di infondere razionalità e serenità ai suoi: «l'Italia ha un vantaggio, ma noi sappiamo che dobbiamo fare e come farlo. Daremo tutto. Giocare contro l'Italia è un regalo del cielo». La sua conferenza stampa arriva dopo quella di Prandelli, e anche per il ct azzurro ci sono argomentazioni serie del «Maestro»: «non è possibile pensare che gli azzurri abbiano poco senso patriottico, hanno vinto quattro mondiali, se uno vince così tanto non può essere accusato di questo. È vero che noi abbiamo questa qualità, è qualcosa che ti porti dentro da bambino, un legame con il tuo passato. Ce l'abbiamo e faremo leva anche su questo».

Sempre a Prandelli, che ha definito quella di domani la partita per lui più importante della carriera, Tabarez replica: «è importante perchè è la prossima. Per chi vincerà domani il match più importante diventerà quello dopo». E poi, il caldo, il tormentone di questo Mondiale, almeno nella zona nord: «sia noi sia l'Italia abbiamo affrontato il Costarica, che effettivamente ha più abitudine di noi a questo clima. Ma domani nessuna delle due squadre sarà avvantaggiata dalla temperatura. E, in ogni caso, sapevamo tutto prima: luoghi e orari delle partite. Fa parte del gioco».

Qualcuno accusa l'Uruguay di peccare di poca umiltà. E qui Tabarez spicca il volo: «sto leggendo un libro di una nostra scrittrice, Laura Lissardy. Descrive quello che le star del calcio rappresentano per il nostro immaginario collettivo. Una volta i protagonisti erano i registi, i cantanti, oggi sono i calciatori. E poi ricordo uno giornalista argentino desaparecido, che quando vincemmo la Copa Libertadores nel 1987 sottolineò proprio l'umiltà di noi uruguayani. Io direi: siamo orgogliosi della nostra umiltà». Dopo la lezione, torna sulla Terra, ma per poco. Formazioni? Nemmeno a parlarne, domani un'ora prima della partita. Ma stanno tutti bene, a parte capitan Lugano. E l'undici sceso in campo contro l'Inghilterra è al momento la formazione più gettonata