08/07/2014 13:55
ASHLEY COLE - Quando Ashley Cole scenderà in campo con la maglia della Roma in una gara di campionato toccherà quota 400 presenze in un torneo professionistico: Premier League, First Division (mezza stagione con il Crystal Palace nel 2000) e Serie A sono stati – fino ad ora – i palcoscenici della sua vita calcistica. Una carriera al top, che se si volesse titolare come un film si potrebbe chiamare proprio “I 400 colpi”. Terzino sinistro – 20 dicembre 1980 –, bravo a fare tutto e in possesso di un’ottima conclusione mancina, è uno dei migliori interpreti del ruolo nella storia del calcio britannico. Non a caso con la sua nazionale – che ha salutato da qualche tempo – vanta 107 apparizioni e 3 partecipazioni al Mondiale (2002, 2006 e 2010). Per non parlare del curriculum alla voce “vittorie”: 3 campionati inglesi, 7 coppe d’Inghilterra, 1 coppa di Lega inglese, 3 Community Shield, 1 Champions League, 1 Europa League. Il totale fa 16 titoli. Nato a Stepney (borgo di Londra), esordisce nell’Arsenal nel campionato 1999-2000 collezionando solo un’apparizione. A gennaio, si trasferisce al Crystal Palace per giocare di più e affermarsi in una realtà meno blasonata. Detto, fatto. Nel 2000-2001 torna ad Highbury: con i “gunners” resta fino al 2006 facendosi notare per le ottime qualità sia in fase di spinta che di contenimento. Con i biancorossi si consacra e vince tanto. Partecipa pure alla finale di Champions League del 2006, ma cede il passo al Barcellona di Rijkaard e Ronaldinho. Conclusa l’esperienza all’Arsenal, passa al Chelsea: qui si conferma titolare e continua a collezionare successi di squadra e personali (nel 2010 è giocatore dell’anno inglese). La coppa dalle grandi orecchie la alza nel 2012 all’Allianz Arena vincendo contro i padroni di casa del Bayern Monaco, ai rigori. Gioca titolare la finale, non viene sostituito e segna anche uno dei penalty decisivi per il successo. È il primo calciatore inglese a vestire la maglia della Roma. In precedenza c’erano stati solo due nati in Inghilterra, Mark Tullio Strukelj da Dorking e Simone Perrotta da Ashton, ma entrambi italiani a tutti gli effetti. E allora: welcome to Rome, Ashley!
SALIH UCAN - Ogni volta che tocca il pallone succede qualcosa. Non è mai un passaggio banale, un appoggio orizzontale a pochi metri per sbarazzarsi della sfera. No, non lo è mai. È sempre un’apertura illuminante, un cambio di passo improvviso, un colpo di tacco per creare superiorità numerica o un passaggio in profondità. È così, che piaccia o no, quando la palla ce l’ha lui si crea una situazione di pericolo.
Salih Uçan è uno di quei giocatori che ha il calcio tra i piedi: qualità, allo stato puro, oltre che doti fisiche non indifferenti. Classe ’94, turco con connotati più europei che orientali, originario della cittadina di Marmaris – Mediterraneo, coste meridionali della Turchia affacciate sull’Egeo – capigliatura riccia e rigogliosa, sono i segni particolari di questo centrocampista con licenza di offendere nato calcisticamente nel Bucarspor e che ha già esordito nelle coppe (Europa League) e in nazionale maggiore.
In più, particolare da non sottovalutare, personalità da vendere. Lo si nota soprattutto dal modo di stare in campo: è uno che “rischia” sempre la giocata. Un esempio? La rete in pallonetto all’Orduspor segnata con la maglia del Fenerbahce: limite dell'area di rigore, portiere un passo fuori dalla linea di porta, ma in posizione buona per evitare pericoli. Non per Uçan, che inventa una traiettoria imprendibile per l’estremo difensore. Per fare un paragone romanista, il “cucchiaio” di Totti al Brescia nel 5-0 della stagione 2003-2004.
Caratteristiche tecniche non comuni per uno della sua età, che non sono sfuggite alla dirigenza giallorossa. La Roma ci ha investito, lui non vede l’ora di conquistare la Serie A.
(asroma.it)