Ciro Esposito, romanista ferito a Napoli: la Digos indaga a 360 gradi. Potrebbe essere escluso il movente della vendetta

07/07/2014 23:07

Una frase, «sporco romano» - che potrebbe essere un riferimento alla fede calcistica giallorossa - e poi la coltellata, al gluteo, con 10 giorni di prognosi. Quell'epiteto, riferito alla Polizia dalla vittima - un aiuto cuoco di 25 anni tifoso romanista, ferito la notte di sabato scorso in un vicolo a - ha comunque fatto scattare le indagini della Digos di su una presunta vendetta da parte di ultrà partenopei per la morte di Ciro Esposito, il giovane tifoso del ferito prima della finale di Coppa Italia e poi morto in ospedale dopo oltre 50 giorni di agonia.

Un' ipotesi, quella della vendetta, comunque, tutta da verificare, e che rimane in piedi come tutte le altre. La notizia del ferimento del tifoso giallorosso, destinatario di un Daspo di tre anni per una rissa intestina alla tifoseria romanista, ha subito fatto il giro del web - sia sui siti dei supporter del che di quelli della Roma - lasciando intendere che l'appello alla non violenza lanciato da Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, durante il funerale del figlio a Scampia, fosse caduto nel vuoto. E invece, al momento, l'ipotesi vendetta è ancora tutta da dimostrare.

Le indagini della Polizia procedono a 360 gradi: la vittima del ferimento lavora in un albergo partenopeo, l'hotel Romeo. Secondo gli accertamenti finora svolti dagli investigatori non risulta appartenere a frange estreme del tifo giallorosso e neppure risulta essere un frequentatore assiduo della dello stadio Olimpico. La dinamica dell'accaduto, riferita dalla vittima ai poliziotti, farebbe pensare più a dissapori di ordine lavorativo: l'aggressore ha avvicinato il 25enne in vico Melofioccolo, stradina del centro di che pochi giorni fa è stato teatro di un efferato omicidio di stampo malavitoso. Lì, l'aggressore, prima gli ha intimato di abbandonare il posto di lavoro e poi ha sferrato il fendente al gluteo.

Il 25enne è stato soccorso e portato nel Pronto Soccorso dell'ospedale Vecchio Pellegrini dove i medici gli hanno riscontrato una ferita da taglio al gluteo. Il giovane è stato medicato e poi dimesso con una prognosi di 10 giorni. Per la Digos, inoltre, ci sono altri elementi che rendono meno probabile l'ipotesi vendetta: il giovane è stato vittima di una singola persona e non di un gruppo, come solitamente avviene quando ci sono scontri tra opposte tifoserie. Inoltre, non risultano riferimenti a Ciro Esposito e a Daniele , detto «Gastone», l'ultrà della Roma accusato di avere sparato e ferito mortalmente il povero Ciro.

Nella cronaca di oggi, anche un episodio di segno completamente diverso che dimostra come le ferite di quella serata di morte, prima della finale di Coppa Italia, siano ancora ben lungi dall'essere superate. Al quotidiano Libero è stata recapitata una busta contenente un proiettile e una lettera di minacce al giornalista Mario Giordano per aver scritto un articolo su Ciro Esposito: «Lo devi lasciar stare», scrive l'anonimo.

(ansa)