Coni, Malagò: "Totti è un campione per tutti. La Figc è una delle tante federazioni, i tagli saranno del 40%"

17/11/2014 15:43

«È stato deciso di considerare il calcio come se fosse una delle tante federazioni» associate al Coni, cioè «di non avere una percentuale fissa sul finanziamento pubblico». Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, a Milano in occasione del premio in memoria di Giacinto Facchetti, spiega la scelta di tagliare i finanziamenti al calcio «per circa il 40%». «Non è stata una decisione politica diretta -dice Malagò- il calcio è stato semplicemente equiparato alle altre federazioni» in base ad alcuni parametri e il calcolo porta «ad un numero che penalizza» il mondo del pallone «per circa il 40%». Malagò conclude ricordando che «il calcio, a grandi linee, incassa 37 milioni di euro dal Coni; per la federazione che ne incassa di più mi sembra che sono sei. Questo fa capire lo stato delle cose».

(adnkronos)

"Una sera a cena ho detto a Francesco, l'ultimo anno in cui tu giocherai vorrei che andassi sotto la curva dei tifosi della Roma ma anche sotto quella dei rivali, che ti dovrebbero applaudire e tu dovresti applaudire loro perché sei stato un campione per tutti. Ieri abbiamo visto la sottocultura del calcio e sarebbe fondamentale raccontare, invece, un messaggio positivo. Secondo me, onestamente, sei un patrimonio non solo del calcio ma di tutto lo sport". "Quando penso a penso a Paolo Maldini, a Javier Zanetti, ad Alessandro Del Piero oltre che a Giacinto Facchetti. Penso al concetto di avere solo due maglie. Mi viene da pensare a Gerrard o all'assurda vicenda di Lampard al Chelsea che aveva scelto di andare a chiudere la carriera in Usa e poi succede che per uno strano rimbalzo va a fare qualche partita in Premier e fa il gol partita in -Chelsea".

«Se ci dice bene, nuovi campioni arriveranno con la prossima generazione ma altrimenti dobbiamo aspettare decenni. Dipende anche dalla fortuna, ma bisogna andare incontro alla fortuna con politiche federali»: questo il pensiero del presidente del Coni Giovanni Malagò sulla necessità del calcio italiano di allevare nuovi talenti. «Non ci sono regole per creare altri - ha osservato Malagò a margine della consegna del premio 'Il Bello del calcio' al capitano della Roma -. Come abbiamo visto ieri, la Croazia ha 2-3 ragazzi talentuosi pur essendo un Paese con meno di 5 milioni di abitanti, ed ha una tradizione importante anche in tanti altri sport. I campioni sono fonte di emulazione per i più giovani».

«Chi ha la gestione e la responsabilità dell'organizzazione delle partite, deve fare tesoro di questa vicenda»: lo sottolinea il presidente del Coni Giovanni Malagò commentando la pioggia di razzi lanciati in campo a San Siro dai tifosi croati. «C'è un problema: come mai queste cose succedono solo nel calcio? - si è domandato Malagò -. È palese una responsabilità oggettiva della federazione croata, ma bisogna capire bene come mai ci fosse la possibilità di lanciare questi razzi in campo, una cosa che fa riflettere».

«Sono andato via quando c'è stato il lancio di razzi, non mi andava di rimanere. Il presidente della federcalcio croata Davor Suker, accanto a me, era imbarazzato e dispiaciuto. Mi ha detto che loro hanno già pagato milioni di multe alla Uefa per colpa dei loro tifosi». Malagò ha notato che «siamo in buona compagnia sul tema delle cattive abitudini e dei comportamenti incomprensibili. È stata una partita normale, tutto stava andando nel verso giusto, compreso il punteggio. Paradossalmente, posso capire - ha aggiunto - che qualcuno sbagli, ma continuare a farlo anche dopo il 'warning' in croato, fa capire che c'è della gente con cui non si riesce a ragionare»

(ansa)