04/11/2014 18:28
AS ROMA MATCH PROGRAM (T. RICCARDI) - In Germania ha vinto titoli e segnato gol a raffica lasciando una traccia indelebile nella storia del Bayern Monaco. Addirittura, gli dedicarono una canzone, “Numero Uno”, diventata poi un piacevole tormentone della sua vita. In Italia – prima e dopo la parentesi in Bundesliga – non ha mai smarrito il vizio di segnare e quando è venuto a Roma nel 2010 per sei – entusiasmanti – mesi ha sfiorato un tricolore di tanto così, realizzando peraltro la rete decisiva all'Olimpico nella sfida scudetto con l'Inter. Ma gli intrecci non finiscono qui: a Brescia nel 2001-2002 ha giocato con Pep Guardiola e lo scorso anno ha avuto Iturbe come partner d'attacco. Luca Toni ora ha 37 anni ed è il centravanti dell’Hellas Verona. Una carriera lunghissima, prestigiosa, impreziosita dal titolo mondiale con l'Italia di Lippi nel 2006. Un po’ come il suo amico Francesco Totti, con il quale condivide la stessa passione: “L’amore per il calcio. È questo il segreto per durare tanto. Se ad una certa età non fai determinate rinunce, non puoi andare lontano”, dice.
Tre anni con la formazione bavarese, dal 2007-2010. Che esperienza è stata?
“Magnifica. Giocavo in una squadra forte, dove sono stato bravo ad impormi. Il primo anno ho segnato 39 gol ed ho vinto praticamente tutto. Mi sono trovato bene, i tedeschi sono puntuali, precisi, efficaci. Anche se...”.
Anche se?
“Dovrebbero imparare da noi a festeggiare. Sono troppo freddi, se la godono poco”.
Esultanze a parte, il calcio tedesco è davvero più avanti a quello italiano?
“In Italia abbiamo qualche problema a rispettare le regole. Ma la sconfitta più grande del nostro calcio è quando si vietano le trasferte ai tifosi come è capitato sabato a quelli di Roma a Napoli: all’estero non mi è mai capitata una cosa simile”.
Qual è la cosa che l’ha colpita di più del club tedesco?
“È una delle società più importanti al mondo, sono avanti in tutto: deve essere uno stimolo per il calcio italiano sfidare team così prestigiosi e all’avanguardia”.
A Brescia ha giocato al fianco di Guardiola: si aspettava che sarebbe diventato uno dei migliori allenatori del mondo?
“Posso dire che la decisione di Guardiola di andare al Bayern è stata ottima sia per lui che per la società. Ora hanno uno dei migliori allenatori al mondo e penso che Pep potrà trasformare la squadra nella migliore in Europa nel giro di pochi anni”.
Il giocatore più forte con cui ha giocato in carriera?
“Ribery. È il migliore che abbia mai avuto accanto”.
Secondo lei, quanto ha mostrato Iturbe a Roma delle sue qualità? E quanto può fare ancora?
“Ho notato subito quanto forte fosse Manuel, può diventare un fuoriclasse assoluto. È un ragazzo con cui parlavo spesso, ho cercato di farlo crescere e fargli capire che dipenderà tutto da lui, se vuole diventare un campione! È un calciatore che può fare la differenza, ed è andato in una squadra importante come la Roma. Può fare la differenza, spero possa vincere qualcosa in giallorosso. Affermarsi in una piazza del genere può essere un ulteriore trampolino di lancio”.
Dopo i sette gol dell'andata, che partita sarà Bayern-Roma?
“Sarà una partita molto combattuta e bella. Quella giallorossa è una formazione forte, nonostante la sconfitta a Napoli. E non penso che il risultato dell’andata dimostri il divario fra le squadre”.
Infine, un pronostico: chi vince il campionato?
“L’ho sempre detto: fino alla fine sarà una bella lotta fra Juventus e Roma”.