04/01/2015 14:53
RADIO URUGUAY - All'emittente radiofonica uruguaiana, ha parlato Kevin Mendez, in procinto di trasferirsi in giallorosso: “Quello che so è ciò che è trapelato dalla stampa e da internet, hanno acquistato il 90% del mio cartellino e stiamo ultimando i dettagli per sapere quale sarà il mio destino. Prima la Roma e poi il prestito al Perugia? Questa è una possibilità, sembra sia l’opzione più sicura al momento. Mancano gli ultimi dettagli, credo sia una questione di ore o al massimo giorni. Adesso sono in attesa dei dettagli finali. In questo momento provo sentimenti opposti, da una parte mi dispiace andar via dal mio paese, sono triste a lasciare la squadra di cui sono tifoso. Mi sarebbe piaciuto giocare di più qui, fare esperienza e vincere titoli con il mio club. Ma dall’altra questo rappresenta un salto importante per la mia carriera. Giocherò in Europa, in uno dei campionati più importanti del mondo. Venire in Italia è un sogno. Sarà complicato, ma ho il dovere di tornare qui in giorno. Il 2014 per me è stato un anno particolare, ci sono state cose buone e cose meno buone. C’è stato un lungo periodo in cui non ho giocato nemmeno un minuto e in cui ho avuto problemi anche di natura fisica. Così ho perso il ritmo partita, ma verso la fine dell’anno ho ripreso la continuità e ho fatto vedere buone cose. Con l’italiano non va molto bene, ho seguito delle lezioni, ma ho dovuto abbandonarle perché non avevo tanto tempo tra gli allenamenti e tutto il resto. Sono certo che imparerò in fretta, non ci saranno problemi di ambientamento. Anche se ora il campionato qui in Uruguay è fermo, essendo un professionista, ho continuato a tenermi in allenamento facendo diversi esercizi. Però ho ‘staccato’ di testa, in questo periodo di pausa. Mi accompagnerà in Italia mio padre, sarà il mio sostegno almeno all’inizio. L’approccio alla nuova realtà sarà importante, quindi, in questo senso, il fatto che io venga in Italia con mio padre sarà fondamentale per me. Mi aspetta una nuova sfida, credo che sia veramente una questione di ore. Quando alla mia età si passa da un paese all’altro, in questo modo, la testa di un calciatore diventa fondamentale. Così come l’ambientamento.”