03/04/2015 23:00
«Un processo politico di cui sono stato vittima per nove anni e mezzo». Così Luciano Moggi, ex direttore sportivo della Juventus, ha commentato la sentenza della Cassazione che ha portato alla prescrizione dei fatti legati a Calciopoli, in un incontro al Teatro verdi di Montecatini Terme. «I giudici - ha detto Moggi - hanno appurato che i campionati e i sorteggi arbitrali erano regolari. L'unico 'sodale' della Juventus, secondo loro, è risultato l'arbitro De Sanctis, che in quel campionato arbitrò cinque volte e in quattro occasioni la Juventus perse». «Il pm - ha concluso - diceva che a telefonare ai designatori eravamo solo noi e invece con il tempo è venuto fuori che di telefonate ce ne erano a chili da parte di tutti. È stata tutta una farsa».
Nei «tempi bui» delle prime fasi di Calciopoli «mi hanno aiutato la religione e il burraco». Così Luciano Moggi durante un incontro organizzato a Montecatini Terme per la presentazione del suo ultimo libro ha ricordato l'inchiesta che lo ha coinvolto come direttore sportivo della Juventus.
Nell'incontro Moggi è tornato sull'episodio, che suscitò clamore, con l'arbitro Paparesta quando fu accusato di averlo rinchiuso in una stanza: «Ma quale sequestro! - ha respinto l'accusa - I dirigenti potevano andare a trovare l'arbitro dopo la partita e io l'ho fatto. Lui ci aveva fatto perdere una partita con la Reggina e io gli ho detto che sarebbe stato da chiudere dentro la stanza per poi gettare la chiave in mare. Ma da qui a farlo davvero ce ne passa».
Uscito dal processo su Calciopoli, Luciano Moggi rischia però di essere di nuovo trascinato in tribunale per diffamazione nei confronti di Giacinto Facchetti, ex presidente dell'Inter scomparso nel 2006. Ciò quando in televisione Moggi ha detto a Javier Zanetti che Facchetti aveva contatti con gli arbitri. «Per questo - ha detto Moggi durante l'incontro a Montecatini Terme - il figlio di Giacinto, Gianfelice, mi ha querelato. Però è stata la procura federale a sottolineare il comportamento non corretto di Facchetti e a dire che era l'Inter la società che rischiava più di tutte. Mi ha querelato? Bene, ora ne subirà le conseguenze».
Trezeguet e Zidane i colpi più riusciti della sua carriera; Snejder, De Rossi, Aquilani e addirittura Cristiano Ronaldo gli acquisti saltati all'ultimo minuto. Lo ha rivelato Luciano Moggi durante la presentazione del suo libro. «De Rossi e Aquilani stavano per arrivare alla Juventus nell'affare che avrebbe dovuto portare Davids alla Roma - ha raccontato Moggi -. Io avevo chiesto 13 miliardi di lire più i due giovani, e la Roma stava per darmeli. Poi, forse, qualcuno si decise ad andare a vedere come giocavano in Primavera e saltò tutto». «Cristiano Ronaldo - ha aggiunto Moggi - aveva già fatto le visite mediche a Torino: allo Sporting avremmo dato Salas più 5 miliardi, ma quest'ultimo rifiutò il trasferimento e arrivò il Manchester United che mise sul piatto 31 miliardi in contanti e se lo prese».
(ansa)