Roma, rabbia dei tifosi: "Niente ricorso, noi non tutelati"

10/04/2015 22:56

"Decisione incomprensibile". Così la tifoseria della Roma commenta sui social network la scelta del club di non fare ricorso per la della arrivata in seguito ai cori anti-napoletani e agli striscioni esposti contro la madre di Ciro Esposito. Il tweet con cui la società ha comunicato la propria posizione - senza spiegazioni - ha innescato una serie di repliche piuttosto dure da parte dei sostenitori giallorossi, per nulla soddisfatti dalla strategia adottata su input del presidente Pallotta. "Vi state dando la zappa sui piedi, mettendovi contro anche chi magari non condivideva quegli striscioni" il messaggio postato su da un tifoso, seguito da altri 'cinguetti' dello stesso tenore: "Fortemente deluso da questa società che ha dimostrato che noi tifosi per lei non contiamo nulla", "Dovremo stare a casa per colpa di qualche idiota e di una società che non ci tutela...grazie!", "Ennesima manifestazione di menefreghismo verso i tifosi per bene, per voi siamo solo clienti. Vergogna!". Insomma in rete il malcontento per "la più ingiusta della storia" è evidente, tanto che più di un tifoso guarda alla prossima stagione per mettere in atto una forma di protesta: "Così tutelate noi abbonati seri e rispettosi delle regole? Ci autotuteleremo non rinnovando", "A questo punto il boicottaggio della campagna abbonamenti è ciò che meritate per quanto fatto dentro e fuori dal campo". Per rimediare al mancato ricorso, e quindi alla chiusura della Sud in occasione della gara con l'Atalanta, c'è poi chi suggerisce di "far entrare gli abbonati di Curva nelle tribune". Nel mirino anche Pallotta che, dopo aver etichettato come 'fucking idiots' gli autori degli striscioni, ha preferito non tentare di ribaltare la decisione presa dal giudice sportivo Tosel. "Non sei più il mio presidente - il commento su di un tifoso deluso dal businessman di Boston -. I veri presidenti erano Viola e Sensi che si battevano contro le ingiustizie nei nostri confronti. Resta in America, qui non venirci più!".

(ansa)