04/04/2015 12:05
IL TEMPO (V. IMPERITURA) - Sesso e cocaina: giorni passati dentro la stanzetta di via di Tor di Quinto a pippare in compagnia di due ragazze (una romana, l’altra moldava). Un festino durato almeno un paio di giorni e finito una manciata di ore prima degli scontri violentissimi che portarono alla morte dell’ultras del Napoli Ciro Esposito, e al pestaggio violentissimo subito da «Danielino» De Santis, l’ultras della Roma che esplose i colpi che lasciarono sul selciato il giovane di Scampia e ferirono in modo lieve altri due supporters della squadra partenopea. Sono le due «professioniste» a raccontare le ore precedenti ai fatti. Interrogate dalla Digos, Ruxandra e Inga descrivono i momenti precedenti agli spari: raccontano dell’ammucchiata fatta con altri due personaggi amici dello sparatore e delle ore che precedettero la violenza cieca di quella domenica di inizio maggio in cui all’Olimpico di disputava la finale di coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.
Le due donne non si rendono nemmeno conto di quanto succede appena fuori dallo stabile dove avevano passato gli ultimi giorni ma ricordano di essere state aiutate da tale Vincenzo a fuggire dal centro dove avevano passato le ultime ore e ricordano che lo stesso uomo aveva avvisato loro che «è successo un macello, Daniele è stato preso dalla polizia o è stato caricato dall’ambulanza». A sentire il racconto di una delle due ragazze, De Santis aveva in programma di trascorrere altro tempo con lei ma «in quell’occasione era molto strano, agitato. Inoltre prima di uscire – racconta la giovane – Daniele ha prelevato da un cassetto di biancheria un oggetto che non sono riuscita a vedere». La donna probabilmente si riferisce ad un coltello che lo stesso De Santis aveva utilizzato per tagliare la cocaina. Dal momento in cui De Santis esce dallo stabile al momento degli scontri passa qualche ora; le ragazze si preoccupano per la prolungata assenza, poi la notizia che Danielino «forse è morto» e quindi la fuga dal cancello principale per evitare di essere individuate dall’elicottero delle forze dell’ordine che sorvola la zona.
Nelle nuove carte depositate in vista del processo, saltano fuori poi numerosi contatti che Ciro Esposito (morto dopo 52 giorni di agonia al policlinico Gemelli) ha avuto nei minuti precedenti agli scontri con altri ultras del Napoli (quasi tutti appartenenti a gruppo «Area nord» della curva B del San Paolo) tra cui anche Raffaele Puzone, il testimone sentito in incidente probatorio e su cui gravano diversi precedenti di polizia e un Daspo ancora attivo.
In previsione del match tra Roma e Napoli intanto diventano ferree le misure di sicurezza messe in piedi dalla questura capitolina con migliaia di agenti mobilitati e con controlli ai caselli autostradali di Roma Sud, Est e Nord per far confluire i tifosi partenopei verso Saxa Rubra ed evitare che gruppi senza biglietto possano raggiungere l’area dello stadio.