21/05/2015 23:14
Concessi gli arresti domiciliari ai tre pugliesi, ex dirigenti del Brindisi Calcio, fermati due giorni fa nell'ambito dell'inchiesta della Procura Antimafia di Catanzaro sulle presunte partite truccate dei campionati di Serie D e Lega Pro della stagione 2014-2015.
Il gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino non ha convalidato i fermi nei confronti dell'ex presidente e di suo figlio, Antonio e Giorgio Flora, e del direttore tecnico del Brindisi Calcio, Vito Morisco. Contestualmente ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. La decisione del giudice è stata presa dopo le udienze di convalida dei fermi che si sono celebrate stamattina nel carcere di Bari dove i tre sono detenuti dal 19 maggio. Antonio e Giorgio Flora, difesi dagli avvocati Raffaele Quarta e Gaetano Castellaneta, hanno risposto per circa due ore alle domande del giudice. Ha risposto anche Morisco, difeso da Gianluca Loconsole, ammettendo una delle due presunte combine contestate. Nei confronti dei tre il gip ha escluso i gravi indizi di colpevolezza con riferimento ai reati di associazione per delinquere aggravata dall'aver agevolato l'organizzazione mafiosa della 'Ndrangheta. Resta a loro carico, stando alla valutazione del giudice barese, l'accusa di frode sportiva.
Sono due le presunte partite truccate contestate ai tre: Brindisi-San Severo del 30 novembre 2014, finita 2-1 e Pomigliano-Brindisi del 14 dicembre, finita 0-4. Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Agnino hanno valore provvisorio. Gli atti saranno infatti trasmessi per competenza alla Procura di Catanzaro che dovrà, entro 20 giorni, chiedere la conferma degli arresti.
Lo stesso Morisco, scarcerato oggi dopo due giorni di detenzione, ha confessato riguardo le combine sulle gare incriminate: in particolare il risultato di 0-4 nella partita Pomigliano-Brindisi sarebbe stato pagato dalla squadra pugliese 12mila euro.
Nelle due ore di interrogatorio davanti al gip, Morisco ha detto di essere a conoscenza della combine nella partita con il San Severo (disputata in casa dal Brindisi il 30 novembre 2014 e finita 2-1) ma di non avervi preso parte. Ha però ammesso di aver partecipato agli accordi per truccare la partita del 14 dicembre fuori casa con il Pomigliano. Un giocatore campano avrebbe proposto la combine e Morisco avrebbe girato l'offerta al consulente di mercato del Brindisi, Savino Daleno (in carcere a Trani nell'ambito della stessa indagine), il quale materialmente avrebbe consegnato il denaro, 12mila euro, al calciatore.
Anche l'ex presidente del BrindisiAntonio Flora ha ammesso le due combine contestate dalla Dda di Catanzaro (Brindisi-San Severo e Pomigliano-Brindisi). Nel provvedimento del gip del tribunale di Bari che non ha convalidato i fermi di Antonio e Giorgio Flora, padre e figlio, e dell'attuale presidente Vito Morisco, ma ha emesso nei loro confronti un'ordinanza di custodia cautelare concedendogli gli arresti domiciliari, si fa riferimento agli interrogatori. «Antonio Flora - scrive il giudice - ha dichiarato di aver chiesto a Daleno (Savino, consulente di mercato del Brindisi, ndr) di attivarsi per far vincere la propria squadra». Il figlio Giorgio, invece, ha negato tutte le contestazioni «evidenziando che il padre - spiega il gip - non lo informava della gestione calcistica della squadra». Secondo il giudice, inoltre, «dalle intercettazioni indicate nel decreto di fermo non compare alcun collegamento» tra i tre fermati pugliesi e gli altri associati (dirigenti della squadra campana del Neapolis). Il gip quindi ha escluso per tutti e tre l'associazione per delinquere con la contestata aggravante mafiosa, ritenendoli responsabili soltanto del reato di frode sportiva.
(ansa)