19/05/2015 00:07
REPUBBLICA.IT (M.Monti/M. Pinci) - I cento giorni di Totti. Tredici giornate dall'ultima vittoria della Roma con il capitano in campo dal primo minuto, più di tre mesi per tornare a sorridere insieme. Due assist, l'incoraggiamento alla squadra del momento più difficile del match e parole da leader rivolte ai compagni per tenere il gruppo concentrato sull'obiettivo ultimo stagionale, già diventate fenomeno cult sui social network. Tutto nella settimana che porta la squadra giallorossa verso la sfida alla Lazio, posticipata dalla Lega di serie A a lunedì 25 maggio (ore 18): anche per questo sarà, più che mai, il suo derby, inseguendo il record dei 300 gol in Serie A.
I 100 GIORNI DI TOTTI - L'assist al bacio per Nainggolan, la palla sporcata in area prima del gol di Torosidis: il digiuno da vittorie Francesco Totti l'ha interrotto da protagonista assoluto. Uomo chiave non solo tecnicamente, ma anche sotto il profilo della personalità. Al gol di Perica si è rivolto a Manolas, autore dell''infortunio tecnicò che ha portato al vantaggio dei friuliani: "Non è successo niente. Mò gliene facciamo 4". Detto, fatto: Totti si è preso la squadra sulle spalle e ha garantito una vittoria che lui stesso ha dichiarato "indispensabile. Un successo essenziale". Non accadeva dalla trasferta di Cagliari - 8 febbraio 2015 - che la Roma riuscisse a vincere in campionato con lui in campo dal primo minuto: cento giorni (98, ad essere precisi) di astinenza interrotti grazie a quei due tocchi determinanti per il 2-1 sull'Udinese. Tre punti che hanno fornito il match point agli uomini di Garcia: con la vittoria nel derby, infatti, la Roma avrebbe matematicamente conquistato l'accesso alla Champions League, con il secondo posto garantito.
DERBY CHAMPIONS E FUTURO - Già quello di andata era stato un derby all'insegna di Francesco Totti. Bisogna riavvolgere il nastro all'11 gennaio scorso, la Roma in svantaggio di due gol recuperò il derby grazie ad una sua doppietta. Ora il derby ha il sapore della Champions e Francesco Totti è pronto ad essere protagonista. Le voci sul suo futuro in giallorosso (col contratto in scadenza a giugno 2016), il malcontento per le panchine contro Sassuolo, Genoa e Milan (quando entrando in campo aveva comunque guidato la squadra a un passo dalla rimonta), non lo hanno distratto. Già il 30 aprile scorso si era espresso con un comunicato dal suo sito ufficiale: "Mi sento di dare un contributo tanto da dentro, quanto da fuori dal campo: non sono stato e mai sarò un problema per la Roma". Tutt'altro, a 38 anni continua ad essere l'uomo chiave di una squadra che si aggrappa a lui per tornare a vincere un derby dopo quello, l'ultimo, del 22 settembre 2013: il primo di Garcia, che in quell'occasione coniò il claim - tornato di attualità, nelle parole del francese, al termine della vittoria contro l'Udinese - "Un derby non si gioca, si vince". Eppure Francesco sente nemici anche intorno a sé, e lo ha dimostrato salutando l'addio al Liverpool di Steven Gerrard: "Ha trascorso tanti anni giocando per una sola squadra e ha sempre lottato per quel club. Dovrebbe essere rispettato e ringraziato per tutto ciò che ha ottenuto". Parole sofferte, riferimenti chiari.