09/09/2015 22:54
C'è una "congerie di telefonate compromettenti" e di "prove inequivocabili" delle "pressioni" esercitate dal patron della Lazio Claudio Lotito "sul mondo arbitrale in un contesto di lotte intestine per la nomina a Presidente della Figc tra l'uscente Franco Carraro e l'aspirante emergente Giancarlo Abete" per assicurarsi il "salvataggio" della Lazio dalla retrocessione nel campionato 2004-2005. Lo scrive la Cassazione nella sentenza su 'Calciopoli' rilevando che l'allora vice della Figc, Innocenzo Mazzini, viene intercettato mentre assicura a Lotito che la sua "mediazione" era riuscita ad assicurare alla Lazio un occhio di favore da parte dei designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. "Così come avevano avuto esiti positivi interventi di persone estranee all'ambiente calcistico quali" Cosimo Maria Ferri - attuale sottosegretario alla giustizia - e l'ex presidente della Camera Gianfranco Fini. Si ricordano le "sviste arbitrali" in "favore della società romana" durante le partite Lazio-Chievo e Lazio-Parma.
Ad avviso della Cassazione, il comportamento di Lotito - con le sue "manovre pressorie" - ben rappresenta un "fenomeno degenerativo" di "condotte idonee all'alterazione di una gara". Per gli 'ermellini', "non è chi non veda, infatti, ai fini della rilevanza penale, l'assenza di sostanziali differenze tra la condotta di chi offre o dà denaro (o permette altri vantaggi) a soggetti appartenenti ad un'altra squadra per assicurarsi la vittoria o il vantaggio in classifica, e la condotta di chi persegua tali obiettivi attraverso manovre più subdole ma ugualmente destinate al raggiungimento di quello scopo". Anche per Lotito il processo si è concluso con la prescrizione, prima ancora di giungere in Cassazione, dei due episodi di frode sportiva per i quali era imputato.
L'influenza di Luciano Moggi si estendeva anche su 'Il processo del lunedì' - condotta all'epoca di 'Calciopoli' da Aldo Biscardi - affinchè nel corso della trasmissione sportiva specializzata "venisse espresso un giudizio tecnico favorevole", dal commentatore ed ex arbitro Fabio Baldas, sul conto dell'arbitro Tiziano Pieri che aveva diretto Bologna-Juventus, partita contestatissima e vinta uno a zero dai bianconeri il 12 dicembre del 2004.
Lo sottolinea la Cassazione nel verdetto su 'Calciopoli'. I supremi giudici rilevano che sono emerse "conversazioni significative" tra le quali una tra Moggi e Baldas e l'altra tra Baldas e l'ex designatore Pierluigi Pairetto "in cui il primo chiarisce al secondo la tecnica di applicazione della moviola per evitare di far risaltare i gravi errori commessi dall'arbitro in quella partita, a favore della Juventus". C'era un "interesse del Moggi verso il Pieri al momento della formazione delle griglie e dopo, - scrive la Cassazione - per consentire al Pieri di proseguire senza intoppi la sua carriera arbitrale in vista del raggiungimento di ulteriori e più prestigiosi traguardi".