28/01/2016 02:03
Ventidue anni col biglietto scontato, per lui e l’accompagnatore. Decine di operazioni per alzarsi dalla sedia a rotelle ed ottenere la propria autonomia. Emanuele Pilloni, classe 1979, è un invalido totale, colpito da tetraparesi spastica da quando è nato: “Colpa di un errore medico”, racconta Emanuele.
Tifosissimo della Roma, non perde da anni una gara dei giallorossi, nonostante abbia bisogno di un aiuto per affrontare le scale dello stadio Olimpico di Roma, una struttura che per i disabili rappresenta un’enorme barriera. Quindi, anche se non è impossibilitato a deambulare da solo, ha bisogno di un accompagnatore per accedere nell’impianto romano, non proprio pensato per i disabili.
Di punto in bianco, però, Emanuele ha scoperto di essere diventato, per la Roma, un tifoso qualsiasi. Per avere lo sconto, previsto fino a poco tempo fa, lui dovrebbe stare per forza sulla sedia a rotelle e avere vicino qualcuno che gli presti un’assistenza continua. Insomma, nonostante una cartella clinica e la certificazione dell’invalidità grave al 100%,
Emanuele ha raccontato la sua vicenda ai microfoni della trasmissione radiofonica ‘Legge o giustizia’: “Dall’età di 14 anni sono andato allo stadio con biglietti per invalidi al 100% con accompagnatore- ha spiegato Emanuele- All’ultimo Roma-Milan sono andato allo stadio Olimpico a vedere la partita e il giorno dopo ho chiamato Trigoria che offre il servizio di ticketing via telefonica e gli stessi operatori che mi fecero il biglietto per Roma-Milan, mi hanno detto che non potevano farmi il biglietto per la partita successiva perché secondo loro non ero più disabile“.
“Adesso la Roma dà i biglietti solo a chi sta su sedia a rotelle o che per certificato ha necessità di assistenza continua. Io per fortuna cammino e loro me ne fanno una colpa. Ho parlato con vari operatori e tutti mi hanno detto che per avere i biglietti io dovevo andare allo stadio in carrozzina e mi hanno anche detto: ‘Se la carrozzina non ce l’hai noleggiala’. Mi sono rivolto ad un avvocato - prosegue - Questa situazione deve finire, non solo per me, ma per tutte le persone disabili che hanno avuto il mio stesso problema. Alcuni mi hanno detto che con altre società di calcio, come la Juventus, questo problema non c’è. Già mi era successa anni fa questa storia. C’era il presidente Sensi, che intervenne personalmente e mi regalò un abbonamento per scusarsi dell’accaduto”.
(radio cusano campus)