Roma, Francesco Totti dalla A alla Z

10/06/2016 17:07

A pochi giorni dal suo rinnovo contrattuale, il sito ufficiale del club giallorosso ha dedicato un articolo della sua rubrica per raccontare dalla A alla Z, ripercorrendo le tappe più significative della sua carriera:

A – Aalst: il primo gol europeo di , il 17 ottobre 1995, allo stadio Olimpico. Roma-Aalst 4-0. Gara di Coppa Uefa valevole per i sedicesimi di finale.

B – Brescia: la squadra contro cui fa l’esordio in campionato, il 28 marzo 1993 (Brescia-Roma 0-2, stadio Rigamonti). Con la maglia numero 16, il biondino subentra al posto di Rizzitelli per scelta precisa dell’allenatore Boskov. “Quando il mister mi ha detto “scaldati” pensavo ce l’avesse con Muzzi, seduto accanto a me. In realtà si rivolgeva proprio al sottoscritto. Non ci credevo, fu un’emozione indescrivibile”.

C – Cristian e : i primi due figli di Francesco e Ilary, “le gioie della mia vita”.D – Derby: è il re dei marcatori nelle stracittadine di campionato. Il capitano è andato a segno 11 volte contro i rivali cittadini biancocelesti. E spesso le sue esultanze sono state contrassegnate da magliette celebrative: il “Vi ho purgato ancora” resta ancora oggi nell’immaginario dei romanisti.

D – Derby: è il re dei marcatori nelle stracittadine di campionato. Il capitano è andato a segno 11 volte contro i rivali cittadini biancocelesti. E spesso le sue esultanze sono state contrassegnate da magliette celebrative: il “Vi ho purgato ancora” resta ancora oggi nell’immaginario dei romanisti.

E – Euro2000: la competizione internazionale che ha fatto conoscere al mondo intero il talento e la classe del fantasista giallorosso. Sulle spalle la maglia numero 20, trascina gli azzurri di Zoff fino alla finale rendendosi protagonista con gol e prestazioni di livello assoluto. Nell’ultimo atto contro la Francia viene nominato come miglior giocatore della partita nonostante la beffarda sconfitta dell’Italia (in vantaggio per quasi tutto il match, salvo poi essere ripresa da Wiltord nel recupero. Ai supplementari, poi, il gol della vittoria transalpina a firma Trezeguet).

F – Fortitudo Luditor: la prima squadra di Francesco è proprio la storica società del rione di San Giovanni (suo quartiere nativo). Qui fa intravedere il suo talento dall’età di 7 anni.

G – “Game over”: la maglietta mostrata dal capitano al termine del derby Lazio-Roma 1-2 del 2015. Gol decisivi di e Mapou Yanga-Mbiwa. “Quella ha fatto male… Quando leggi “Game over” significa che è finito tutto”. Così è stato per i biancocelesti di Pioli.

H – Hannover: città tedesca che vede il ritorno in campo dal primo minuto di dopo l’infortunio alla caviglia nel febbraio 2006. Il fuoriclasse viene schierato titolare da Marcello Lippi nella sfida d’esordio del Mondiale di Germania contro il Ghana il 12 giugno 2006. Gli azzurri superano gli avversari 2-0 con reti di Pirlo e Iaquinta. La prima vittoria di una lunga serie.

I – Ilary e Isabel: la prima è la moglie di Francesco dal 2005. La destinataria della maglietta “Sei unica” dopo il gol a cucchiaio al derby del 2002. “Una persona fantastica e una mamma ancora migliore”. Isabel è l’ultima arrivata nella famiglia, nata il 10 marzo del 2016.

J – Julio Cesar: brasiliano, classe 1979. È il “malcapitato” estremo difensore a subire una delle giocate più belle della carriera di . Un “cucchiaio” fantascientifico arrivato al culmine di un’azione travolgente partita da centrocampo. Francesco supera il brasiliano con una traiettoria imprendibile e contribuisce a far vincere la Roma a San Siro 3-2 contro l’, vent’anni dopo l’ultima volta. “Quello a Milano è senza dubbio tra i gol migliori di quelli che ho realizzato nella mia vita”, parola di numero dieci.

K – Kaiserslautern: la città tedesca in cui realizza il rigore decisivo contro l’Australia, in occasione degli ottavi di finale del mondiale 2006 di Germania. Francesco dagli undici metri “fredda” Schwarzer con un destro a incrociare impeccabile, che finisce sotto l’incrocio dei pali. È il 26 giugno 2013, al Fritz Walter Stadion. L’esecuzione regala all’Italia il passaggio ai quarti di finale e la strada spianata verso la finale di Berlino. L’Italia di Lippi (e di ) sarà campione del mondo per la quarta volta nella storia.

L – Lapini Walter: il primo calciatore a sostituire in una gara ufficiale. È il 16 dicembre 1993, Francesco – da poco diciassettenne – parte titolare in Coppa Italia contro la Sampdoria (match valevole per il terzo turno). La Roma perde ai rigori, ma la prova del ragazzino è da applausi. Di complimenti ne prende tanti soprattutto quando viene richiamato in panchina da Mazzone. Un altro giovane di belle speranze, Lapini, gli dà il cambio. Tuttavia, il talentuoso ragazzo toscano che subentra non riuscirà a sfondare negli anni a seguire.

M – Mancini Franco: il primo battuto in Serie A da , il 4 settembre 1994, Roma-Foggia 1-1. A dar fiducia al giovane numero 9 (in quella gara Francesco indossa la maglia dei bomber) è il tecnico romano, Carlo Mazzone. Fiducia ripagata in pieno.

N – Nordahl Gunnar: l’ultimo bomber superato da nella graduatoria di Serie A di tutti i tempi. L’attaccante giallorosso è ora solo alle spalle di Silvio Piola nella particolare classifica. La seconda posizione – prima di – era occupata dall’ex attaccante svedese Nordahl. Francesco lo stacca in occasione di Roma-Parma del 17 marzo 2013. Tutto lo stadio gli tributa un’autentica ovazione che dura minuti. E al fischio finale entrano in campo Cristian e per una festa a sorpresa. si commuove e piange abbracciando i suoi piccoli.

O – Olimpico: lo stadio che ha visto le gesta di anno dopo anno. Domenica dopo domenica. Il primo gol in questo impianto è datato 21 agosto 1994 in occasione di un’amichevole estiva contro gli spagnoli del Valencia. La Roma vince 1-0 grazie al gol del non ancora diciottenne Francesco.

P – Parma: segna al Parma la rete del vantaggio nella sfida scudetto del 17 giugno 2001. Finirà 3-1 per i giallorossi con grande contributo del numero dieci. E per lui sarà “il gol più importante della mia vita”. Il Parma è anche la squadra a cui ha segnato di più, 20 gol.

Q – Quim: portoghese, classe 1975. Il primo numero uno battuto da da giocatore della nazionale italiana. È il 26 aprile 2000, gli azzurri si impongono 2-0 contro il Portogallo. L’altra rete la segna Iuliano.

R – Roma: la squadra a cui ha legato tutta la sua carriera, dal 1993. “Potevo andare al o al , ma ho preferito restare in giallorosso a vita. Vincere uno scudetto qui è stata un’emozione unica, indescrivibile. E l’amore che mi hanno sempre riservato i tifosi vale più di tanti titoli o palloni d’oro vinti”, il pensiero del capitano.

S – Scala Vito: un amico, “un fratello”, prima ancora che un atletico. L’uomo che ha permesso a di arrivare a giocare in Italia e in Europa alla soglia dei quarant’anni.

U – UEFA League: è il marcatore più longevo della competizione. Con il gol al al CSKA Mosca Francesco si aggiudica questo record all’età di 38 anni e 59 giorni. Prima di lui lo deteneva il gallese Ryan Giggs,  che aveva segnato l’ultima volta a 37 anni e 295 giorni.

V – Van der Saar Edwin: olandese. È l’estremo difensore dell’Olanda nella semifinale di Euro2000. L’Italia di Zoff si gioca la finale contro la formazione “orange” – padrone di casa – ai calci di rigore. va sul dischetto e sorprende il mondo intero calciando con il “cucchiaio”. Un gesto che fa il giro del pianeta e fa conoscere Francesco a ogni latitudine. Un colpo che diventerà il suo marchio di fabbrica. “Mo’ je faccio er cucchiaio”, aveva confidato a Di Biagio prima di andare sul dischetto. Glielo ha fatto davvero.

X – Dieci: il simbolo romano del numero 10, la maglia della sua vita.

Y – YouTube: il portale in rete per i video. Scrivete le parole “Francesco” e “” nello spazio dedicato alle ricerche e ammirate le giocate del numero dieci perché scriverle e raccontarle è un conto, vederle e rivederle su uno schermo fa tutto un altro effetto.

W – World Economic Forum: l’evento in cui Pelè definisce “il miglior giocatore del mondo”. Un’investitura autorevole, che lui non dimenticherà mai.

Z – Zeman Zdenek: l’allenatore che più degli altri valorizza a inizio carriera – migliorandolo sia dal punto di vista tattico sia dal punto di vista fisico – e che gli consegna i gradi di capitano. Capita il 31 ottobre 1998, il numero dieci indossa per la prima volta in modo ufficiale la fascia bianca al braccio. Da allora non se la toglierà più. Da allora sarà così: “Un capitano, c’è solo un capitano”.

(asroma.com)

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