21/02/2017 01:51
NEXTQUOTIDIANO.IT - La notizia è sulla bocca di tutti e sta destando scalpore. A pochi giorni dalla scadenza del termine di conclusione dei lavori della conferenza dei servizi decisoria sul progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, si apprende che la Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio per il Comune di Roma del Ministero dei beni e della attività culturali ha avviato, con comunicazione del 15 febbraio scorso indirizzata al proponente, il procedimento di dichiarazione di interesse culturale della porzione dell’Ippodromo di Tor di Valle rappresentata dalla tribuna.
Al netto delle valutazioni di merito sulla possibilità di qualificare come bene di interesse culturale l’immobile in questione e sulla singolare tempistica di un procedimento che sarebbe stato opportuno avviare in tempi non sospetti (ad esempio al momento dello svolgimento della conferenza dei servizi preliminare), proviamo a capire come si colloca l’iniziativa procedurale della Soprintendenza statale nell’ambito del più complessivo procedimento amministrativo in corso presso la conferenza dei servizi sul progetto dello stadio.
La domanda di fondo è: una volta avviata la speciale fase procedurale della conferenza dei servizi decisoria disciplinata dal comma 304 della legge n. 147/2013, poteva la Soprintendenza dar corso, al di fuori di quella sede, al procedimento di apposizione del vincolo o non avrebbe, al contrario, dovuto rappresentare le esigenze di tutela del bene immobile in questione all’interno del procedimento già in corso, avvalendosi del tramite del rappresentante unico dello Stato che partecipa ai lavori della conferenza? [...]