25/10/2017 16:24
«Non ho utilizzato nessun escamotage. Il presidente Malagò parla senza conoscere i fatti. Il principio è: se su 12mila persone 30 si comportano male le penalizziamo tutte? Io non ho utilizzato nessun escamotage, ho detto 'chi vuole testimoniare la propria posizione antirazzista deve andare in curva sud'». Lo ha detto il presidente della Lazio, Claudio Lotito, rispondendo al numero uno del Coni, Giovanni Malagò, che ha definito «singolare» la possibilità di accesso alla curva Sud data ai gruppi della Curva Nord biancoceleste dopo la squalifica del loro settore di appartenenza per cori razzisti, alla trasmissione Circo Massimo. «Secondo lei è giusto che un padre di famiglia che magari rinuncia a comprare le scarpe al figlio perché ha questa passione e vuole portarlo allo stadio poi io non lo faccio entrare? Noi non abbiamo aggirato nulla, abbiamo dato la possibilità di manifestare la loro posizione antirazzista», ha aggiunto Lotito. Il presidente si è poi soffermato sulla sulla visita in Sinagoga, spiegando: «Noi non ci dobbiamo lavare di nulla, non mi sento una persona sporca, mi lavo tutti i giorni, sono andato in Sinagoga solo per un fatto interiore. Noi abbiamo fatto un gesto non formale ma sostanziale». Lotito si è augurato poi che «quanto successo non abbia riflessi psicologici sulla squadra» dopo gli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma affissi da alcuni sostenitori biancocelesti nella curva sud dello stadio Olimpico e le relative polemiche. «Chiedere scusa? Io devo chiedere scusa per tutta l'umanità, l'Olocausto riguarda tutti. Io ho testimoniato quella che era la posizione della Lazio che era di assoluta condanna».
Il dirigente laziale ha poi aggiunto la sua sulla questione penalizzazione per le società a causa del comportamenteo dei tifosi. «Togliere punti alle squadre i cui tifosi si rendono protagonisti di atti razzisti? No, diventeremmo ostaggio di questa gente che va allo stadio solo per fare caos, per fare scontri. Dobbiamo distinguere i tifosi delinquenti dagli altri. Bisogna reprimere in modo forte e sanzionare pesantemente gli autori. Che sanzioni mi aspetto per il club? Io non mi aspetto nulla perché la società non ha fatto nulla, anzi, è la prima società che ha messo in campo misure per lottare contro il razzismo», spiega ancora Lotito, che poi minimizza, «è il comportamento di 15 scemi che non sanno cosa hanno fatto. Sono ragazzini di 13 anni».
Giornata intensa per il presidente biancoceleste che è intervenuto anche a 6 su Radio 1 spiegando i retroscena della sua visita in Sinagoga a Roma. «I gesti spontanei non devono essere concordati, altrimenti diventa una cosa artefatta. Ci siamo rivolti alla comunità che ci ha detto che era impegnata per impegni pregressi. Il nostro gesto non voleva assolutamente manifestare alcun intento di giustificazione, né di purificazione perché non dobbiamo lavare nulla. Ci laviamo tutti i giorni e riteniamo di essere persone pulite e scevre da qualsiasi condizionamento esterno. Loro probabilmente vedono l'aspetto formale mentre noi agiamo quotidianamente attraverso un'azione di prevenzione e repressione. È chiaro che in una comunità di centinaia di migliaia di persone ci può essere lo stupido di turno o il mascalzone di turno, cosa che accade anche nella loro comunità, capita dappertutto».
(radio capital)
“Lo rifarei perché la mia è stata una battaglia contro il razzismo, non una battaglia per accontentare la curva”. Lotito interviene così alla trasmissione radiofonica '24Mattino' a proposito dell'iniziativa che ha consentito ai tifosi laziali l'ingresso in Curva Sud a solo 1 euro in occasione di Lazio-Cagliari.
“Qui non c’è stato nessun aggiramento della norma – ha spiegato il presidente biancoceleste, che aggiunge - Secondo lei è giusto che su 12 mila persone, per colpa di cento persone, si chiuda la curva e chi ha pagato l’abbonamento non può andare allo stadio? Magari lei ha fatto i sacrifici, ha rinunciato a comprare un paio di scarpe ai suoi figli per comprare l’abbonamento. È giusto? Io dico che non è giusto. Bisognerebbe chiudere i comparti dove accadono le cose, le responsabilità sono dirette delle persone, non si può criminalizzare tutta la comunità.”
E poi spiega che quello dell’euro “non era un escamotage per farli entrare. Noi abbiamo detto chi è contro il razzismo sceglie di andare in curva sud e sceglie con la propria presenza di fare una battaglia contro il razzismo. Io ho chiesto alle forze dell’ordine di verificare chi è il responsabile effettivo di questa azione, ci sono le telecamere, possiamo vedere chi li ha stampati i volantini. Non si può criminalizzare una società e una comunità di centinaia di migliaia di persone per dieci persone, alcuni anche adolescenti che non sanno neanche quello che fanno. È vergognoso”
(radio 24)