14/11/2017 18:23
DAL CONI EMANUELE ZOTTI - In mattinata si è tenuta una riunione al Coni dedicata al finanziamento per il nuovo stadio dell'Atalanta, alla quale partecipano il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, il Ministro Luca Lotti, Michele Uva e Luca Percassi in rappresentanza dell'Atalanta. All'incontro è presente anche il dg della Roma Baldissoni.
13.10 - A margine della conferenza parla anche il Presidente del CONI Malagò:
Riflessioni della notte?
"La delusione, sportivamente parlando, e anche umana, è clamorosa, c’è amarezza. Poi si leggono i giornali, si sente l’opinione pubblica, si vede quello che gira sui social e credo che un uomo delle Istituzione debba ascoltare tutti ma poi ragionare con buon senso, ma soprattutto con quelle che sono le norme. Cerchiamo di essere concreti, oggi il Presidente del CONI, nei confronti di una Federazione, e ne ha 64, può commissariare, anzi deve commissariare se accadono tre fatti, ne basta uno ovviamente. Il primo, ma non per ordine di importanza, è se non c’è il funzionamento della giustiza sportiva. Poi anche lì uno può dare opinioni concordanti oppure non condivise però il fatto esiste. Il secondo è il funzionamento dei campionati, cioè la regolarità dei campionati. Il terzo è se ci sono gravi irregolarità amministrative, sostanzialmente di carattere finanziario. Oggettivamente non esiste nessuno di questi tre fattori oggi per cui non ci sono gli strumenti giuridici, tecnici, formali, procedurali per portare avanti un commissariamento. Questo lo devo spiegare giustamente a tutte quelle persone che esprimono un’opinione a tutti i livelli a cominciare dalla carta stampata, ai social e alla televisioni. Poi c’è un altro discorso che non è scritto in queste norme e in questi regolamenti, adempimenti di impegni, di diritti e di doveri che riguarda, invece, la sfera delle competenze sportive, la sfera delle responsabilità che sono fattori che sono sotto gli occhi di tutti e cioè che dal 1958 non ci era mai successo che non c’eravamo qualificati per un Mondiale e se uno la deve dire proprio tutta all’epoca al Mondiale andavano 16 squadre, adesso ne vanno molte di più. per cui sicuramente la finestra era molto più stretta mentre oggi c’erano maggiori poissibilità e soprattutto si viene da un periodo in cui la stessa Nazionale, dopo i Mondiali del 2006, non ha fatto grandi risultati. Poi noi come Comitato Olimpico dobbiamo fare una valutazione sull’Under 21 che negli ultimi mesi ha dato segnali importanti su cui noi stiamo seguendo tutto il percorso di maturazione tecnica, però anche lì non vi nascondo che c’è stata una delusione sulla mancata qualificazione alle ultime edizioni olimpiche. E anche il discorso che se anche se si stanno risvegliando molto gli investimenti, l’attenzione, l’interesse, sul mondo femminile, l’Italia non manca da una grande competizione, parlo di Mondiali e Olimpiadi, direi praticamente da sempre. Queste sono delle valutzioni che sono oggettive. Ho sentito Carlo Tavecchio questa mattina, era deluso. Gli ho chiesto quali erano le sue intenzioni. Domani alle ore 16 ci sarà un incontro con i rappresentanti delle sue componenti, sostanzialmente i rappresentanti delle varie leghe. Anche se sapete che la lega di A e quella di B, non hanno dei vertici salvo questioni commissariali. Si confronterà con loro sul modo di procedere. E’ padrone di assumersi le proprie responsabilità, se mi chiedete cosa farei al posto suo? Io mi dimetterei. Perché facendo così attesterei anche una validità delle cose buone che sono state fatte in questo periodo. Le squadre giovani stanno crescendo, l’U17, l’U19 e il nuovo corso dell’U21. Lo sdoganamento anche in anticipo di altre federazioni rispetto alla Var, la stessa Var forse ieri poteva essere di aiuto, perché ci sono stati episodi da una parte e dall’altra. Ci sono state eccellenti scelte in campo internazionale, su chi sostenere e appoggiare e perlo di Ceferin ed Infantino, presidenze che non erano per niente scontate. Nonostante delle scelte positive, la situazione sportiva è quella che è, perchè nel bene o nel male il calcio in questo paese rappresenta molto data la sua popolarità. Qualcuno dice una religione, qualcuno anche di più.."
Si sarebbe aspettato le dimissioni immediate di Ventura ieri sera?
"Non credo che questo sia il punto perché poi se è vero, do per scontato che lo sia, che Ventura ha un contratto che viene rinnovato solo ed esclusivamente, o sarebbe stato rinnovato, solo ed esclusivamente nel caso in cui l’Italia fosse andata in Russia, di fatto di cosa stiamo parlano? Stiamo a fine novembre e presumo che questo contratto ci sia ancora qualche mese. In sostanza cambia poco. Ventura non ha il rinnovo e il fatto che si dimetta oggi che è il 14 novembre o che succeda tra 20 giorni o un mese cambia poco, nella sostanza gli elementi sono abbastanza acclarati. Non credo che il tema sia solo Ventura anche se l’inizio del percorso del progetto di Ventura era legato ad un’altra filiera di carattere tecnico che prevedeva un ruolo significativo di Marcello Lippi che poi non è andato a buon fine per discorsi che sono sopraggiunti dopo."
Prandelli e Abete si erano dimessi subito dopo il fallimento in Brasile…
"Non c’è una regola, non c’è obbligatorietà. Ci sono stati casi in cui presidente federali e allenatori sono rimasti al loro posto e si sono assunti questa responsabilità, ci sono invece altre persone che hanno deciso di farlo. Sono scelte della propria coscienza. Se il signor Tavecchio ritiene di essere ancora la persona maggiormente deputata per portare avanti il nuovo corso della Figc, si assume la responsabilità di questa decisione."
Se arrivassero le dimissioni, vede figure in grado di dare una svolta a questo calcio?
"Ci porremo il problema quando ci saranno queste dimissioni, ammesso che avvengano. Il compito del presidente del Coni non è quello di fare campagna elettorale per qualcuno, ma è quello di individuare la migliore forma commissariale, perché di questo oggi si parla. Poi ci sono persone che magari hanno le competenze per poter ricoprire questo ruolo, ma non se la sentono di essere buttati in questo tritacarne."
Dopo le Olimpiadi 2020 ieri sera è arrivato un altro duro colpo. Che cosa significa per l’Italia perdere questo Mondiale?
"Ci sono una serie di effetti che ovviamente generano queste perdite, legati ad aziende che investono, sponsor e diritti televisivi. Negarlo sarebbe poco serio. Noi stiamo adoperandoci per portare alternative, mi rendo conto per chi segue il calcio possono sembrare noccioline, però avremo un mondiale di pallavolo, ospiteremo l’Europeo del 2020, ci stiamo adoperando per portare la coppa del mondo di Beach Volley al Foro Italico. Il sistema sportivo quest’anno ha un fatturato superiore agli altri anni, tra l’altro non abbiamo raggiunto cosi’ tanti titoli mondiali nelle discipline olimpiche come nel 2017. Però so benissimo che il calcio è il cacio. Vorrei ringraziare Buffon. Ieri ci ha messo la faccia, come ha sempre fatto in tutti questi anni. Sentiva il peso della sconfitta non solo per se stesso ma per tutto il Paese, per i giovani. Ha parlato anche di responsabilità sociale. Complimenti a lui e a tutta quella generazione che ci ha dato soddisfazioni enormi, da quello che ho capito più o meno tutti hanno deciso di ritirarsi dalla Nazionale. Sento parlare di Chiellini, Barzagli, De Rossi… tutto si può dire tranne che ieri non si sono impegnati. Hanno dato il massimo. Complimenti a Milano, a San Siro. Un tifo strepitoso. Si sono messi a cantare l’inno d’Italia all’81’. Una prova strepitosa di provare a spingere la Nazionale. A memoria non ricordo una cosa simile. Il rammarico cresce, mi sembra evidente che qualcosa non è andato come ci si aspettava."
Può essere Buffon la figura intorno a cui ricostruire il calcio? Una figura alla Zoff?
"Si possono fare tanti nomi. Mi risulta che Buffon abbia dato l’addio alla Nazionale, ma continua a fare il calciatore. Non so se solo per quest’anno o per altri anni. Le persone devono sempre passare per determinate dinamiche elettorali, se i giornalisti o anche il Presidente del Coni fanno nomi, credo che escano dal loro ruolo."
Aveva definitivo singolare la decisione della Lazio di aprire la Sud con la Nord squalificata. È arrivata la decisione del Procuratore Pecoraro che non ha deferito Lotito. Cosa ne pensa?
"Ogni giorno mi capitano sentenze di giustizia sportiva. Se mi metto a dire se sono d’accordo o meno, si apre un altro polverone. Mi rendo conto che ci saranno opinioni diverse su questa sentenza."
Il problema sono i troppi stranieri nel calcio italiano come ha detto Matteo Salvini?
"Ci sono troppi stranieri? Penso che in assoluto in troppi sport ci sono troppi stranieri. C’è una legge Bosman, bisogna capire cosa si intende per straniero. Un cittadino comunitario non è considerato straniero. Per quanto riguarda gli extracomunitari, chi mi segue al Coni sa che ogni anno abbassiamo la quota degli extracomunitari. Sistematicamente. Se un giocatore africano riesce a prendere un passaporto tedesco, austriaco, olandese o belga – e basta guardare quelle nazionali -, se voi quello lo considerate straniero, giuridicamente non lo è. Il problema esiste, sicuramente bisogna tenerne conto."
Basterà un nome importante sulla panchina della Nazionale per cancellare questa ferita?
"Direi che è una componente fondamentale, ma non può essere l’unica."
Il saluto romano sul campo di Marzabotto?
"Un gesto deplorevole che si commenta da solo. Anche lì la giustizia sportiva non potrà che intervenire."
12.55 - Parla anche il Ministro Lotti: "Complimenti alla famiglia Percassi e al Credito Sportivo. Hanno creduto in un progetto e fatto squadra. Siamo in un periodo particolare. Inutile girarci intorno e nascondere ciò che è successo ieri sera. Prima ho detto che è il momento di rifondare il calcio ed è vero ma c’è anche qualcosa di buono nel nostro calcio, come l’Atalanta e il suo vivaio. Così come l’Empoli e tante altre. Sono loro gli esempi positivi e devono rappresentare una rinascita, che deve partire dalle strutture, dagli stadi. Stiamo lavorando tantissimo anche con la Roma e speriamo che molti possano utilizzare la cosiddetta norma Lotti per rimettere a posto gli stadi italiani. Sono 3 i pilastri per rifondare il calcio: le strutture sportive, la governance della Lega di A e di B e la liberilazzione dei diritti Tv. È il momento di rifondare il calcio, quello che forse non si è avuto il coraggio di fare prima e tutti insieme dobbiamo dare una mano per far sì che il movimento riparta".
12.50 - Interviene Uva: "Siamo decisamente in ritardo con gli stadi. Per fare l’Europeo 2019 Under 12, che ci hanno assegnato, abbiamo avuto difficoltà per trovare i sei stadi necessari, uno per esempio sarà quello di San Marino. Lo stadio dell’Atalanta? Si chiamerà Stadio Gagliardini (ride, ndr) perché Percassi ha intelligentemente investito i proventi della cessione del calciatore proprio nel progetto stadio. Quello dell’Atalanta è un progetto intelligente".
12.40 - Parla il patron dell’Atalanta Percassi : "Ringrazio il Credito Sportivo e l’Istituto Ubi Banca per la disponibilità. Vi posso dire che lo stadio cambierà nome. Malagò è stato troppo gentile nei nostri confronti, lo ringrazio di cuore".
12.35 - Prende la parola Malagò: "Apprezzo la sensibilità di tutti gli addetti ai lavori per aver condiviso la scelta di questa conferenza stampa. È un momento importante, è una bella giornata in questo momento perché si va nella direzione giusta. Conosco bene la famiglia Percassi, soprattutto il papà per un fatto generazione. C’è una grande sintonia e complicità di vedute. Hanno deciso di fare un passo per andare verso l’ovvio, il buon senso ma non è scontato per niente. Numericamente, non dico sia l’eccezione ma quasi. Quello che mi interessa dire è che prima la Juve, poi l’Udinese, ora il percorso del Cagliari, il Sassuolo. Senza dimenticare la Roma. Se negli anni in cui c’erano le vacche grasse, in cui si facevano risultati importanti, qualche presidente avesse avuto l’attenzione e la lungimiranza di risparmiare magari un ingaggio importante forse oggi avrebbero avuto uno stadio di proprietà. Non si può avere una famiglia se non si ha una casa. Anche in un giorno in cui siamo tutti amareggiati questa è una bella cosa".
12.15 - Arriva il ministro Lotti che rilascia un'intervista ai cronisti presenti dichiara. Queste le sue parole:
Se l’aspettava ieri sera?
"Ovviamente no. Una giornata molto triste dal punto di vista sportivo. E’ chiaro che il mondo del calcio vada rifondato e vadano prese delle scelte che negli anni passati non si ha avuto il coraggio di prendere ed oggi sia arrivato questo momento, tutti dobbiamo dare una mano. Le parole di Gigi Buffon ieri sono state molto chiare, è evidente che dobbiamo tutti dare una mano per far ripartire il mondo del calcio, in tutti i sensi. Fatemi aggiungere anche che non è che abbiamo scoperto ieri che ci sono alcuni problemi, perché non è solo dalla partita con la Svezia che si è capito che c’è qualcosa che non va. Siamo usciti negli ultimi due Mondiali al primo turno e non si riescono ad eleggere il Presidente della Lega di A e il presidente della Lega di B. C’è molto da fare e credo che sia opportuno, davvero, sfruttare questa occasione, e lo dico in negativo, per rifondare del tutto il calcio italiano."
Si aspettava una decisione importante di Ventura e Tavecchio dopo la gara di ieri sera?
"Spetta a loro prendere delle decisioni. Credo che sia veramente importante cogliere questo momento per mettere a posto tutto il calcio italiano, dai settori giovanili alla Serie A perché è un problema che riguarda tutti, anche un problema culturale di come si affronta l’insegmaento della scuola calcio ai ragazzi, di come si insegna a fare calcio, di come si insegna anche ai genitori a stare in tribuna, lo dico da umile allenatore di provincia, forse è il caso di ripartire anche da lì fino ad arrivare alla massima serie."
In molti oggi evocano un’epurazione totale…
"Ripeto credo che sia un momento incui tutti devono fare la loro parte, ognuno per il loro compito. Noi come Governo stiamo provando a dare una mano ad aiutare il calcio con la riforma dei diritti TV, a come si vende il nostro prodotto all’estero, a come il nostro calcio viene raccontato e viene venduto agli spettatori. C’è ancora molto da fare ma dobbiamo farlo tutti insieme."