Caso biglietti, Pecoraro: "La sentenza d'appello contiene un errore, possibile il ricorso"

20/12/2017 01:29

«La decisione della Corte federale d'appello sulla vicenda riguardante la e i rapporti non consentiti con i tifosi contiene un 'errore' che potrebbe determinare un ricorso da parte della procura generale del Coni o della Figc». Il procuratore federale, Giuseppe Pecoraro, torna sulla sentenza emessa ieri in merito al caso biglietti e tra i rapporti non consentiti tra il club bianconero e ultrà.

In particolare Pecoraro ha definito «illegittima» la scelta di dichiarare il difetto di giurisdizione sportivo-disciplinare nei confronti dei dipendenti del club bianconero Stefano Merulla e Alessandro D'Angelo, non tesserati, per i quali sono state annullate le sanzioni inflitte in primo grado. «La sentenza condivide l'impianto accusatorio. Il fatto che venga confermata l'inibizione per il presidente Andrea Agnelli, seppure ridotta - dichiara all'agenzia di stampa il procuratore Pecoraro - significa che la sua responsabilità ha trovato conferma. La scelta che sia stata elevata una sanzione pecuniaria riguarda esclusivamente la Corte, anche se lascia perplessi. Come ci si comporterebbe con una piccola società dalle ridotte capacità economiche? La multa comunque c'è stata per sanzionare la responsabilità diretta del presidente».

«Quanto invece al difetto di giurisdizione per i due dirigenti, è stato mal interpretato il quinto comma dell'articolo 1 bis del codice di giustizia sportiva della Figc, una norma molto importante sulla quale è bene che la commissione di garanzia presso il Coni possa farne una interpretazione». Secondo Pecoraro, il dettato del comma 5 sarebbe stato 'mal interpretato', in quanto secondo la scelta della Corte federale «impedirebbe di perseguire, ad esempio un soggetto di una società di calcio, non tesserato, che scommette o responsabile di altro illecito sportivo».