Tacopina: "Passo molto tempo in Italia, questa la differenza tra me e Pallotta. Totti un vincente"

16/02/2018 03:27

Joe Tacopina, ex vicepresidente della Roma e ora presidente del Venezia, ha parlato del suo passato nel club giallorosso, del suo ruolo avuto nella cordata americana che rilevò il club giallorosso nel 2011 e sul rapporto con .

"Ho deciso di investire in Italia perché amo questo paese - le sue parole - . Andai a vedere il derby tra Roma e Lazio ed era la prima volta che vedevo uno stadio così pieno. Cinquantamila persone cantare insieme per due ore, fu un momento eccitante ed era una cosa completamente nuova per chi viene dalle mie parti. Io stavo cercando un luogo dove investire e mi sono reso conto che il valore dei club, rispetto alle mie valutazioni, era basso. Per questo era una grande opportunità. E’ incredibile quanta gioia abbiamo provato quando abbiamo preso la Roma. Nella NBA per ottenere risultati bisogna spendere una cifra molto più alta. Per la gente del mio paese il calcio è un business, anche se comporta tante responsabilità. In Europa ci sono tante opportunità, per esempio in Francia o in Inghilterra, ma non sono adatte a me, io sono troppo passionale: il mio paese è l’Italia e le opportunità che io considero sono solamente qui. Ho aperto per primo le porte degli investimenti nel calcio italiano. Io ed il mio avvocato conoscemmo Thomas Di Benedetto ed abbiamo deciso di aggiungerci alla cordata per comprare la Roma"

"Un presidente deve essere più manager o più tifoso? Deve essere entrambi - continua - . Se investi solamente perché sei tifoso, quindi non hai veri propositi di business, il club avrà delle carenze a livello societario. Devi avere l'abilità di trovare la giusta squadra e di saper rispettare tutti gli step finanziari. Bisogna mettere la faccia nel tuo progetto, devi vivere la città e la squadra, questi devono sapere che sei uno di loro. Questa è la ragione per cui io passo tanto tempo a Venezia". Quello della permanenza in Italia è un motivo che nella Capitale è molto contestato a . "Ho letto delle critiche su di lui, ma preferisco non commentarle - risponde Tacopina - L’unica grande differenza tra me e lui è quella di essere spesso qui. Passo molte giornate in Italia a lavorare sui miei progetti, perché è importante. Ma non sono a Roma e non conosco i suoi programmi".

Un breve accenno anche sulla trattativa del 2008 con Soros: "Non voglio entrare in quella vicenda, è una questione passata, si parla di dieci anni fa. Preferisco parlare della seconda volta: ho ricevuto la chiamata, due anni dopo, di Unicredit, che mi chiese se volevamo fare un gruppo unico per comprare la società ed abbiamo avuto successo. Non rimpiango nulla, Siamo stati vicino allo scudetto e siamo stati stabilmente tra le grandi squadre d’Europa. Tutto però accade per una ragione: Di Benedetto era il presidente ed io lo il suo vice. Con il tempo, dopo 4 anni, alcune dinamiche sono cambiate ed il mio percorso alla Roma era finito. Amavo la squadra, ma non ho rimpianti perché è stata una grande esperienza dove ho trovato tanti amici, come Tempestilli, che ancora lo è, ma anche altri come , e Vito Scala. E’ stata davvero una bella esperienza"

Qualche battuta anche su : "E' una leggenda nella Roma e il giocatore più importante della sua storia, sarà un dirigente molto importante perché è la gente lo ascolta. Imparerà il ruolo così come ha imparato a giocare a calcio, può essere un grande dirigente. Francesco non è altro che un vincente, sono molto felice nel vederlo ancora a Roma"
Nei due anni passati non c’è mai stata una sinergia. Forse in futuro, quando saliremo in Serie A, sarà possibile lavorare insieme, ma vedremo.

(pagineromaniste.com)