02/05/2018 17:22
GAZZETTA.IT (L. BIANCHIN) - Roberto Firmino è un regista di culto… e non per l’inquadratura che sceglie quando segna da 10 metri alla Steph Curry. Il punto è che il 9 del Liverpool è un giocatore quasi unico. Intanto per la tecnica, evidente anche per chi non lo ha mai visto giocare a basket. Poi per la particolarità dell’attacco di Klopp. Abituati a tridenti classici, quelli in cui la punta due volte su tre sta in area e finalizza il lavoro degli esterni, si rischia di restare disorientati di fronte a tagli e ripartenze del Liverpool. I tifosi della Roma sapevano che Salah, quando parte, non si prende. Erano meno pronti a capire che Firmino può cambiare le partite.
IL FALSO 10 — Roberto viene da Maceio, dove l’Italia del tennis nel 1992 fece una bruttissima fine in Coppa Davis. Brasiliano. Agli inizi giocava a centrocampo, prima davanti alla difesa, poi da 10. E la posizione di trequartista si ritrova in alcuni momenti nelle partite del Liverpool. Spesso Roberto si stacca dalla linea dei difensori, riceve tra le linee e gioca qualche metro dietro Salah e Mané.
Chi lo conosce bene spiega tutto questo con la capacità di leggere il gioco e spostarsi dal centro dell’attacco per liberare lo spazio agli inserimenti di Salah, Mané e dei centrocampisti (Wijnaldum all’andata, Oxlade-Chamberlain, Milner). Anche per questo i tre del Liverpool stanno così bene insieme: amano giocare in velocità e si completano. I due esterni appena possono vanno in verticale mentre Firmino, con quei piedi, può muoversi per il campo e trovarli a distanza. Normale che i suoi gol, storicamente non tantissimi, non arrivino da una sola mattonella. Anzi, come i passaggi sono distribuiti in verticale e orizzontale.