27/09/2018 18:13
Non c’era certo bisogno che uscisse il libro biografico di Francesco Totti, “Un Capitano” scritto dal giornalista Paolo Condò e che verrà presentato oggi al Colosseo, per capire che tra l’ex 10 giallorosso e l’ex tecnico della Roma Luciano Spalletti non corresse del buon sangue, ma all'interno del testo sono presenti dei passaggi in cui sono riportati alcuni dialoghi che si sarebbero scambiati allenatore e giocatore, da cui emerge chiaramente il rapporto conflittuale esistente tra i due. La prima discussione avviene la sera prima della partita Roma-Verona in cui mister Spalletti afferma: “Ho saputo che l’ultima vigilia, quella della gara con il Milan, alcuni di voi hanno fatto tardi giocando a carte, come prescritto peraltro dal vostro regolamento interno”. A quel punto Totti, amante del gioco delle carte, tanto da definirsi un “cartaro”, si sente chiamato in causa e risponde: “Veramente quel regolamento non è stato firmato da tutti…”. Spalletti replica lapidario: “Non mi rompere il cazzo, Checco”.
La seconda discussione citata nel libro avviene nei giorni che precedono Juventus-Roma valevole per la seconda giornata di campionato. Durante gli allenamenti Totti sbaglia alcuni passaggi e, ripeso più volte duramente dal tecnico, lo manda a quel paese. L’attuale dirigente giallorosso tenta di spiegare che ci stava mettendo più tempo del previsto a recuperare al 100% e certamente non lo avrebbe aiutato vedere il proprio allenatore parlare con tutti tranne con lui, che era pur sempre il capitano. “L’altra volta ti ho permesso tutto, Francesco, ora non più. Devi correre come gli altri, anche se ti chiami Totti” è stato il senso del discorso di Spalletti. Anche in questo caso, come ormai avveniva in tutti le discussioni che si verificavano tra i due nel corso del secondo mandato spallettiano, quella diatriba aveva avuto luogo in presenza di testimoni, uno per parte: Vito Scala per il Capitano, un membro dello staff tecnico o dell’ufficio stampa per l’allenatore toscano.