19/11/2018 22:54
Nelle prime 120 partite di questo campionato sono 7 gli errori arbitrali legati all'uso della Var (uno in meno della scorsa stagione nello stesso periodo), 5 dei quali «perché non si è verificato al monitor l'episodio». È emerso nell'incontro fra arbitri e allenatori, in cui il designatore Nicola Rizzoli ha mostrato «tutti gli errori e le situazioni grigie». «Non possono soddisfarmi 7 errori evitabili, dobbiamo lavorare per evitarli. Controllare al monitor 5-6 volte in più in un campionato è meglio che 5-6 volte in meno», ha detto Rizzoli. Ha poi ricordato che «l'anno scorso si è passati da 5.78% errori a meno dell'1%. Il rischio è pensare di azzerare gli errori: la Var non deve rendere partite perfette ma eliminare quelli più importanti».
La seconda stagione con la Var si è aperta con un incremento delle ammonizioni per proteste, e anche per questo il presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè, aprendo l'incontro fra arbitri e allenatori ha richiamato tutti i protagonisti del calcio a essere un modello di comportamento da seguire perché, ha sottolineato, il campionato italiano è un prodotto di eccellenza e ha una visibilità planetaria. «Nelle prime 120 partite, c'è un +20% ammonizioni: 547, rispetto alle 454 dell'anno scorso, e buona parte sono per proteste - ha notato il designatore Nicola Rizzoli -. Accerchiare l'arbitro in 3-4 vuol dire mettere pressione. L'arbitro sta in silenzio, chiede al capitano di allontanare gli altri, altrimenti uno viene ammonito». Il n.1 dell'Aia, Marcello Nicchi, ha chiesto attenzione ai comportamenti anche «in riferimento a ciò che accade ogni domenica sui campi più pericolosi. Se abbattiamo la tensione poi - ha concluso - potremo anche abbattere le barriere negli stadi».
Destinare al Var arbitri a fine carriera «al momento non è all'ordine del giorno», . Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, risponde così alla proposta di alcuni allenatori fra cui l'interista Luciano Spalletti di utilizzare fischietti esperti per il ruolo di video assistente. «A noi interessa che al Var vadano gli stessi che studiano casi, regole e si incontrano ogni settimana a Coverciano, come chi va in campo - ha spiegato Nicchi -. Si creerebbe innanzitutto un blocco alla crescita arbitri. Il processo di maturazione collettiva avviene in automatico, siamo al secondo anno e le cose stanno andando meglio». Inoltre il designatore Nicola Rizzoli si è detto scettico sulla possibilità di dare un 'challenge' alle squadre: «Che senso ha mettere in competizione l'allenatore con il Var, persone che fanno due lavori differenti? Difficilmente verrà cambiato protocollo».