01/12/2018 22:57
«Il club ritiene che la decisione distorce le regole della giusta concorrenza, danneggia coloro che hanno già acquistato il biglietto ed incide sull'uguaglianza delle condizioni della finale non permettendo di giocare in casa». È la dura replica del River Plate alla decisione presa dalla Conmebol di giocare il ritorno della finale di Coppa Libertadores al Santiago Bernabeu di Madrid dopo l'assalto del pullman del Boca Juniors avvenuto sabato scorso a poche ore dal fischio di inizio della finale di ritorno della massima competizione per club sudamericana e la conseguente sospensione del match in programma allo stadio Monumental di Buenos Aires.
«Gli eventi del 24 novembre, dei quali il club si rammarica, non sono assolutamente responsabilità del club; 66mila persone erano presenti allo stadio e sono rimaste dentro per ben 8 ore, per poi farvi ritorno anche nella giornata di domenica. A questi spettatori, vista la distanza della nuova sede, viene di fatto impedito di poter assistere alla partita», proseguono i 'millonarios' in una nota. «È assurdo che un Clasico del calcio argentino non possa disputarsi nel nostro paese nei giorni nei quali si sta disputando il G20. L'Afa (la Federcalcio argentina ndr) ed il calcio argentino non devono permettere ad un pugno di violenti di evitare che il Superclasico si giochi nel nostro Paese».