Salvini contro la chiusura degli stadi: "Risposta sbagliata, così si condannano i tifosi veri"

29/12/2018 01:49

I regali avvelenati del primo Boxing Day del calcio scuotono le coscienze e pretendono risposte. Ma sul come reagire alla violenza e agli episodi di discriminazione nello sport è già polemica. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, annuncia il tavolo «Stadi sicuri», un incontro con società, arbitri, calciatori e tifosi - al Viminale il 7 gennaio - per «riportare tranquillità e pulizia nei campi di calcio», ma è contrario alla soluzione di chiudere gli stadi e di vietare le trasferte - «così si condannano i tifosi veri, che vanno distinti dai delinquenti», afferma - annunciata dal di Milano, Marcello Cardona, dopo la morte dell'ultrà Daniele Belardinelli negli scontri antecedenti -.

L'affondo del vicepremier ha come destinatario il giudice sportivo - che ha chiuso per due giornate lo stadio dell' e per un'altra la sola curva dopo gli ululati razzisti a Koulibaly - e solleva la reazione delle opposizioni, con gli ex premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a ricordare che Salvini «solo dieci giorni fa omaggiava ultrà e abbracciava pregiudicati». Il presidente del Consiglio, Giuseppe , chiede invece «un segnale di cesura forte, con una pausa nelle manifestazioni sportive». Il premier ha puntato il dito sui cori razzisti: «Sono discriminatori, inaccettabili. Servirebbe una severa sanzione». Anche su questo argomento fa un distinguo Salvini, secondo il quale «il coro 'Vesuvio lavali col fuoco' vale 'Milano in fiamme'» e «ci sono anche giocatori bianchi che vengono fischiati e sono oggetti di cori. Non metterei tutto nello stesso calderone».

Se ne parlerà al Viminale nel tavolo «Stadi sicuri», cui stanno lavorando lo stesso Salvini e il sottosegretario Roberto Giorgetti: «Convocheremo società, tifoserie - quelle organizzate, pulite e tranquille -, arbitri per ragionare su come portare pulizia e tranquillità nei campi», chiarisce il ministro, che in quella sede proporrà anche che «certe partite non si giochino più in notturna». Un tema caldo però, dato che andrebbe a incidere sui palinsesti del maggior finanziatore del sistema-calcio, le emittenti tv. «Il ministro dell'Interno ha il dovere di prendere un'iniziativa - commenta l'ex premier Renzi - ma deve recuperare credibilità. I cori razzisti fanno schifo sempre e Salvini dovrebbe ricordarlo visto che qualche anno fa quei cori li intonava lui, contro i napoletani». «Concordiamo con le misure annunciate da Salvini ma riteniamo inconcepibile che derubrichi a semplici sfottò i buu rivolti a Koulibaly e gli incitamenti alle eruzioni del Vesuvio», dice l'esponente di FI Jole Santelli.

Il calcio non si ferma e domani si gioca l'ultimo turno dell'anno: ma certo i fatti di san Siro hanno lasciato il segno. «È ora di dire basta all'odio nel calcio» ha detto . Ma il tema stop si oppure no divide le panchine della Serie A. Se Eusebio , lo stesso , i fratelli Inzaghi si dicono a favore di fermare le partite per i casi di razzismo, Massimiliano Allegri, Gian Piero Gasperini e Walter Mazzarri hanno idee diverse su come arrestare l'intolleranza e il fanatismo delle curve, con il tecnico della che invita a usare la tecnologia per individuare «chi fa casino». A Milano continuano le indagini sull'assalto - «un vero combattimento» dice il pm - degli ultrà di , Varese e Nizza ai supporter napoletani. Sono state operate nuove perquisizioni, emessi sette daspo e sono imminenti nuovi arresti oltre ai tre già operati. Si riscalda però intanto il fronte del tifo nerazzurro, che se da un lato rende omaggio a Belardinelli, dall'altro sfoga la rabbia per le sanzioni del giudice sportivo che punisce tanti incolpevoli. E c'è chi propone un sit in di protesta all'esterno del Meazza in occasione delle partite dell' a porte chiuse.

(ansa)