27/03/2019 18:55
GLIEROIDELCALCIO.COM (Eleonora D’Alessandri) – Per raccontare la storia di questa domenica di inizio secolo, la cosa più ovvia da fare è andare alla ricerca negli archivi storici dei principali quotidiani, sportivi e non. Non vi nascondo la sorpresa nello scoprire che, la vittoria di uno scudetto nel 1904, venga rilegata ad un piccolo trafiletto con le notizie indispensabili, senza enfasi e quasi per caso, dando invece ampio spazio ad altri sport, ora meno considerati del calcio.
Il Genoa nel 1904 ha già un numero abbastanza consistente di appassionati e, anche se in quella giornata saranno circa 3.000, in generale il pubblico continua a dimostrarsi tiepido nei confronti di questo sport, più popolare tra la classe aristocratica che nella popolazione comune. Situazione che si ribalterà più avanti, quando il calcio diventerà il gioco del popolo.
Spensley, Bugnion, Rossi P., Schoeller, Senft, Pasteur I, Salvadè, Goetzlof, Agar, Pasteur II, Pellerani.
Questi sono i nomi degli undici pionieri che, il 27 marzo 1904, vinsero il sesto scudetto della storia del club su sette campionati disputati, nella finale contro la Juventus finita 1-0 per i rossoblù.
La partita si svolge di domenica e inizia con le solite attività pre-partita. Raccontarlo oggi può sembrare assurdo ma, in quel periodo, i giocatori e dirigenti del Genoa, si trovavano alle otto del mattino al campo di Ponte Carrega e poi tutti insieme, tracciavano le righe bianche e tiravano le corde del campo e dell’area dedicata agli spettatori. Solo dopo arrivavano le sedie, che venivano disposte sempre da giocatori e dirigenti nella zona centrale destinata alle autorità e alla classe alto borghese e aristocratica del tempo.
Dopo aver svolto queste attività, sempre tutti insieme, andavano a pranzo in un’osteria vicino al campo di gioco, in attesa delle 15, orario in cui sarebbe iniziato il match. [Franco Venturelli – “Genoa, una leggenda in 110 partite, storie di Genoa e di Genoani”]
La partita risulta abbastanza equilibrata. La Juventus sembra decisamente più forte di quella battuta 3-0 l’anno prima, ma nonostante i passaggi precisi e un gioco di squadra equilibrato, fa fatica a concludere e ad arrivare sotto porta, anche per colpa di un importante gioco difensivo del Genoa.
Il gol rossoblù arriva dal difensore svizzero Bugnion ed è il prototipo dei tiri-cross da metà campo che, un po’ per il vento, un po’ per la disattenzione del portiere avversario (il bianconero Durante in questo caso), finisce nel sacco e risolve una partita ostica. La Juventus, come prevedibile reagisce attaccando e cercando il pareggio, ma la coriacea difesa del Genoa non si farà sorprendere. I rossoblù, per tenere in allarme gli avversari con pericolosi contropiede, continuano a giocare sfruttando la velocità di Agar. Non ci saranno altre reti, ma il Genoa avrà la sua meritata vittoria.
Viene così vinta la tanto desiderata Coppa d’argento messa in palio dall’allora presidente Mr. Fawcus e i gloriosi pionieri possono lasciare spazio ai giovani della neonata “riserva”, in fondo loro, con questo sesto campionato vinto su sette giocati, non hanno più una storia da scrivere perché ormai fanno già parte della leggenda.