18/03/2019 18:14
Per Ramon Rodriguez Verdejo 'Monchi' è il giorno del ritorno a casa. L'ormai ex direttore sportivo della Roma, con cui ha rescisso il contratto all'indomani dell'esonero di Di Francesco, torna al Siviglia. Il dirigente spagnolo viene presentato ufficialmente nella sala stampa dello stadio Ramon Sanchez Pizjuan.
Monchi prende il posto di Joaquin Caparros, passato a guidare in prima persona la prima squadra del 'Nervion' dopo l'esonero di Machin. Il suo nuovo incarico di direttore generale dell'area sportiva del club andaluso sarà effettivo dal prossimo 1 aprile.
"C'è un progetto che lo ha convinto, altrimenti non sarebbe qui. E' il miglior ds e nel Siviglia sarà più di un semplice direttore sportivo", le parole in apertura del presidente José Castro. Poi Monchi prende la parola: "E' un giorno particolare, difficile da immaginare e da descrivere a parole, che speravo arrivasse il prima possibile Il presidente ha parlato chiaro: non sono qui perché sono un tifoso, non sono qui per salvare nessuno, il Siviglia ha una squadra invidiabile. In questi ultimi giorni mi hanno trasmesso un'idea di futuro che coincide molto con quello che ho in mente. Non sono qui perché abbiamo un problema, ma per aiutare il Siviglia a crescere. Sono stato due anni lontano da qui, in un club importante come la Roma, che resterà sempre nel mio cuore e nel quale sono cresciuto. Ora ho il dovere di far crescere il club che amo".
"Arrivo convinto che bisognerà lavorare tanto, sono state fatte molte cose buone. Sono qui per restare a lungo. Vengo per contribuire alla crescita del Siviglia. Il mio contratto è a tempo indefinito, non c’è una durata stabilita - prosegue Monchi, che poi commenta le voci su una cessione del club - Con il presidente abbiamo parlato di un progetto a lungo termine, cose che mi sono piaciute e loro mi hanno dimostrato di credere in questo futuro. Non mi hanno dato la sensazione che il club è in vendita. Non sono nella testa degli azionisti, ovviamente, ma prima che un direttore sportivo sono un tifoso del Siviglia. Sono tranquillo in questo senso. L'attuale allenatore è Caparros e lo aiuterò".
"Il mio addio di due anni fa? Dopo 18 anni volevo cambiare per crescere. Avevo scelto una piazza difficile, anche se avevo molte possibilità poi scelsi un progetto che mi avrebbe aiutato a crescere. A livello professionale questa crescita da parte mia c'è stata. Ora ho scelto il progetto che mi ha convinto di più. A Roma lavoravo 24 ore al giorno, farò lo stesso qui, sempre da tifoso del Siviglia. Non è nel mio stile promettere titoli, ma prometto che il Siviglia crescerà - prosegue - Quando il presidente Castro mi ha chiamato dopo aver rescisso con la Roma mi è piaciuto quello che mi illustrato. E’ importante che passi il messaggio che io sono qui perché sono d’accordo con la dirigenza in merito a quello che posso portare. E’ difficile sentirsi amati come mi sono sentito io negli ultimi giorni. Sono qui perché credo di poter far crescere il Siviglia”
Poi un passaggio sulla fine prematura della sua esperienza alla Roma: "Non cambierei i due anni che ho trascorso a Roma, rifarei quella scelta. Ho commesso degli errori, non conoscevo la situazione del club quando arrivai, ma non mi pento della mia scelta. Quell'esperienza mi è servita per crescere a livello personale. E' una squadra a cui vorrò sempre bene. La battuta "Ci vediamo al Circo Massimo"? Mi sembra assurdo considerarla una mia dichiarazione, parlavo con un tifoso, non era una dichiarazione istituzionale. Sono andato via per una semplice ragione: ad un certo punto ho capito che la proprietà aveva idee diverse dalle mie. Il presidente voleva andare a destra, io a sinistra. Giusto finirla così. Ma posso solo parlare bene di Pallotta e di tutti quelli che hanno pensato di portarmi a Roma. Mai sentirete da me una parola contro la Roma. Abbiamo capito che prendevamo strade diverse, era giusto fermarsi. Dalla Roma mi porto l'esperienza di aver lavorato fuori da casa mia, in un ambiente che mi ha reso un professionista più attento. E' stata una bellissima esperienza. I risultati in questo anno non sono arrivati, ma la scorsa stagione è stato bellissima. Lavorare nella Roma mi ha fatto crescere tantissimo".
“Sapete tutti dell’interesse dell’Arsenal, anche altri club mi hanno cercato, alla fine ho detto si al Siviglia, la proposta che soddisfatto tutte le condizioni necessarie – ribadisce Monchi, che poi risponde a chi gli chiede della possibilità di cessioni eccellenti -. Ho in mente un modello vincente, i passi da fare sono tanti. Stare fuori per due anni ti cambia la prospettiva, non voglio ripetere gli errori del passato. Il club è sano ma ci sono limitazioni chiare ed evidenti se vogliamo continuare ad avere una rosa con questi costi, in questo senso le cessioni sono una possibilità".
"Sono ambizioso e competitivo per natura - conclude - ma resto con i piedi per terra, ci sono tante squadre che stanno lavorando bene, la parola chiave per noi è ‘crescita’".