21/03/2019 20:58
"Come ho già dichiarato stamani ho piena fiducia nella magistratura e, come sottolineato anche dai miei legali, confidiamo in una rapida archiviazione del caso. Tuttavia, per una questione di opportunità politica, nel rispetto del M5S, degli attivisti e di chi ci sostiene ogni giorno, ma soprattutto nel rispetto degli stessi principi che mi spinsero molti anni fa ad aderire al Movimento, una forza politica trasparente e in cui credo fermamente, ho deciso di autosospendermi dal M5S e di riconsegnare le deleghe attribuitemi dal sindaco Virginia Raggi in qualità di assessore allo Sport di Roma Capitale". Sono le parole dell'Assessore allo sport del Comune di Roma Daniele Frongia riportate sul proprio profilo Facebook dopo aver saputo di essere indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Poi l'ex vicesindaco ha aggiunto: "Ricordo nuovamente che il mio caso trarrebbe origine dall’interrogatorio di Parnasi del 20 settembre 2018, già uscito all’epoca sui giornali, in cui lo stesso sottolineava più volte di non aver mai chiesto né ottenuto favori dal sottoscritto. Comprendo, per così dire, la necessità di alcuni giornali di scagliarsi ora, ferocemente, contro la giunta capitolina. Ma il mio caso non ha nulla a che fare con ciò che è emerso ieri. I principi etici del M5S sono alla base della mia azione politica".
Daniele Frongia, Assessore allo Sport del Comune di Roma ed ex vice-sindaco, è indagato dalla Procura di Roma per corruzione nell'ambito del filone principale dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. A fare il suo nome sarebbe stato l'imprenditore Luca Parnasi che, nel corso dei suoi interrogatori, avrebbe raccontato di aver chiesto a Frongia di segnalargli il nome di qualcuno da assumere in Ampersand, una delle società del costruttore, come responsabile delle relazioni istituzionali. Frongia suggerì il nome di una giovane 30enne, una sua amica, ma la cosa poi non andò in porto perché, poco dopo, Parnasi fu arrestato.
L'indagine su Frongia si inserisce nell'ambito del filone dell'inchiesta sullo stadio della Roma per il quale lo scorso 13 giugno finirono in manette nove persone tra cui lo stesso Parnasi, proprietario della società Eurnova che stava realizzando il progetto dello Stadio, cinque suoi collaboratori e l'ex presidente di Acea Luca Lanzalone.
(ansa/repubblica.it)
“Ho appreso di essere coinvolto nell’indagine ‘Rinascimento’ del 2017, per la quale non ho mai ricevuto alcuna comunicazione, elezione di domicilio o avviso di garanzia - la replica di Frongia, arrivata attraverso una nota ufficiale - . A seguito di informazioni assunte presso la Procura, il procedimento a mio carico trarrebbe origine dall’interrogatorio di Parnasi del 20 settembre 2018, già uscito all’epoca sui giornali, in cui lo stesso sottolineava più volte di non aver mai chiesto né ottenuto favori dal sottoscritto. Con il rispetto dovuto alla magistratura inquirente, avendo la certezza di non aver mai compiuto alcun reato e appurato che non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, confido nell’imminente archiviazione del procedimento risalente al 2017”.