27/09/2019 19:05
GLIEROIDELCALCIO.COM (Eleonora D’Alessandri) – Daniel Garis Fonseca nasce a Montevideo, in Uruguay, il 13 settembre del 1969.
La sua carriera calcistica inizia nella squadra della sua città, il Nacional Montevideo nel 1988 con la quale vince un campionato.
Subito dopo, inizia la sua avventura Italiana. Viene acquistato dal Cagliari e, avendo i nonni di origine italiana, riesce ad ottenere quasi subito il passaporto italiano.
Passa due stagioni con il Cagliari, giocando 50 partite in due campionati e segnando 17 gol. Nel 1992 viene acquistato dal Napoli che investe circa 15 miliardi di lire più il cartellino di Pusceddu. Furono così altri due anni Serie A, gli unici due in doppia cifra: sedici reti nel 1992-93, 15 nel 1993-94. Con la maglia azzurra segnò tutte e cinque le reti del Napoli nella partita di Coppa Uefa a Valencia.
Il Napoli di quel periodo però, è una società con parecchi guai economici, per cui sarà costretta a sacrificare alcuni giocatori importanti, tra cui Daniel Fonseca.
Così, dopo soli due anni, nel 1994 viene acquistato dalla Roma allenata da Carlo Mazzone. Il presidente Sensi ha grandi obiettivi e quindi anche l’intenzione di acquistare giocatori di un certo livello per raggiungerli. Fonseca infatti, passerà alla squadra capitolina per 20 miliardi di lire, cifra molto alta per l’epoca.
A Roma però vive tre stagioni tra alti e bassi, alcune belle partite e anche risultati deludenti, non riuscendo così a ripetere i successi ottenuti con il Napoli. Otto gol sia nel 1994-95 che nel 1995-96, soltanto 4 nel 1996-97, in un attacco tutto sudamericano insieme all’argentino Abel Balbo. Tuttavia, nello stesso periodo riesce a ottenere grandi soddisfazioni con la nazionale dell’Uruguay, vincendo la Copa America del 1995.
Nel 1997 viene acquistato dalla Juventus, dove però riuscirà ad ottenere una maglia da titolare solo la prima stagione, tuttavia vince una Supercoppa italiana e uno scudetto nella stagione 2001 – 2002.
Ma la carriera di Fonseca, a Torino, iniziò a prendere la sua parabola discendente: nella stagione 1999-2000, a causa di numerosi infortuni, non scese mai in campo in campionato, disputando una sola gara di Coppa Uefa contro il Levski Sofia e una partita di Coppa Italia contro il Napoli il 16 dicembre 1999.
A quel punto Fonseca decide di chiudere il contratto con la Juventus per tornare in Sudamerica ma non in Uruguay, in Argentina con il River Plate.
La sua carriera, ormai quasi conclusa, lo riporta ancora in Italia nella stagione 2002 -2003, nel Como, neopromosso in serie A. Gioca solo due partite prima di dire definitivamente addio al calcio giocato.
Nel suo percorso da calciatore, Daniel Fonseca detto il “castoro” per via dei suoi denti, ha subito numerosi infortuni che ne hanno limitato di certo il rendimento, lo chiamarono anche il “coniglio” per via del suo evidente disagio quando veniva sostituito e, grazie alla trasmissione Mai dire gol e ad una imitazione di Teo Teocoli, si trovò anche una discreta popolarità tra il pubblico italiano. Una cosa è certa infatti, l’Italia e la serie A erano nel suo destino.
Oggi Daniel Fonseca è un ex calciatore in giacca e cravatta con una vita da procuratore in giro per gli stadi di mezzo mondo. Gestisce, tra gli altri talenti, Muslera, Caceres e, in passato, Luis Suarez. Di talento, da calciatore, Fonseca ne aveva da vendere, anche se gli infortuni lo hanno frenato.