26/09/2019 11:47
I tifosi del Manchester United non hanno perdonato alla dirigenza la partenza di Smalling indirezione Roma. Non l’hanno presa bene perché consideravano il centrale inglese uno dei
p ochi in grado di salvarsi dalla disfatta dell’anno scorso, dove i Red Devils non riuscirono a
centrare nemmeno un obiettivo. E la Roma adesso se la ride, perché sa che Smalling
potrebbe essere il classico colpaccio passando in secondo piano.
E se Smalling fosse davvero il rinforzo più azzeccato per la retroguardia giallorossa?
Con lui e con Pau Lopez, ma anche con la costante crescita di Spinazzola, ecco che la
difesa della Roma potrebbe trovare maggiore stabilità. E, chissà, sognare ancora qualcosa
di più rispetto alla qualificazione in Champions League. Per chi volesse scommettere, ci
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vantaggiose.
Smalling e la perdita del padre a soli 5 anni
Smalling, d’altro canto, ha il carattere da difensore, forgiato anche da un’esistenza per nulla
semplice. Chris si è innamorato del pallone da calcio fin da quando era piccolissimo e
pare che fosse in perenne lotta con tutti coloro che tentavano di sottrarglielo. Purtroppo, la
perdita del padre all’età di soli 5 anni, condizionò notevolmente l’infanzia di Smalling, ma
non la sua grande passione.
Modestia, determinazione ed educazione: Chris Smalling ha saputo superare la grave
perdita nel modo più determinato possibile, forgiando il suo carattere e crescendo tanto
come persona anche da così piccolo. Il fatto di aver provato vari sport in tenera età era tutto
frutto della sua innata voglia di scoprire e di soddisfare la sua curiosità.
Smalling, infatti, prese parte ad una squadra di rugby, disciplina in cui tra l’altro pare che
Chris si distingua notevolmente, ma giocò anche a pallacanestro e a judo. Addirittura, in
quest’ultima disciplina ebbe un notevole successo, dal momento che conquistò la cintura
verde e poi il titolo di campione nazionale della sua categoria.
Il “problema” era che la passione di Smalling verso il mondo del calcio era più forte di
qualsiasi altra cosa e, nel giro di breve tempo, divenne l’attività sportiva dominante di Chris.
Calcio e studio, studio e calcio. Con costanza ed impegno, riuscì ad approdare al Millwall già
nel 2002, riuscendo a confermarsi come uno dei migliori difensori nelle varie categorie
giovanili in cui ha giocato.
La sua passione per il calcio si stava trasformando nell’attività che gli avrebbe cambiato una
volta per tutte la vita. Eppure, Chris Smalling è sempre stato in grado di fare sacrifici per
tenere viva la sua passione. Come, ad esempio, quando ha lavorato, mentre giocava a
calcio, anche in un albergo di Londra come cameriere, dal momento che la madre non era
in grado di sostenerlo dal punto di vista economico.
Il perché del suo soprannome “Shaft”
Dopo il passaggio ai 16 anni nel Maidstone United, Smalling ci mette veramente
pochissimo prima di passare nella selezione Under 18 e poi nella prima squadra. Lasciando
praticamente a bocca aperta un po’ tutti gli esperti nella Ryman League. E lo sviluppo dal
punto di vista fisico prosegue, visto che Chris è ormai alto 193 cm.
Il fatto di avere un fisico così imponente e una chioma molto particolare (con un taglio di
capelli tipicamente afro), furono le due componenti che gli regalarono il primo soprannome,
ovvero “Shaft”. Da questo momento la sua carriera prese una piega positiva, passando
prima al Craven Cottage, poi al Fulham e, infine, al Manchester United.