Tommasi: "Per 10 anni ho corso per Totti, gli ho permesso di giocare fino a 40 anni"

06/04/2020 17:42

RAI RADIO 2 - L'ex centrocampista giallorosso, Damiano Tommasi, ora presidente dell'Aic, ha ricordato all'emittente radiofonica, durante "Radio2 Social Club", gli anni alla Roma. Le sue dichiarazioni anche sull'emergenza sanitaria:

Come si gestirà la situazione?
"Viviamo in una società in cui l’informazione calcistica e sportiva vive quotidianamente, quindi ora si devono riempire le pagine parlando della speranza di tornare a giocare. Ora tutti i campionati europei si stanno limitando a dire che non si riparte prima di una certa data, anche perché il calcio è a valle di una serie di attività che vanno riprese il prima possibile".

Come sindacato calciatori avete deciso qualcosa per il futuro?
"Come in passato, decidere a tavolino è molto rischioso dal punto di vista dei ricorsi. L’obiettivo è finire i campionati sul campo, è il modo migliore per i verdetti di tutte le categorie. Il rischio reale è di chiudere qui, resta il fatto che nelle categorie come Lega Pro e dilettanti la sofferenza economica c’è anche nei calciatori e nelle società che rischiano di non iscriversi. Perché parecchi patron sono legati alle aziende private. Cerchiamo di salvare il calcio professionistico".

Sei stato il primo a tagliarti lo stipendio con la Roma, prendendo il minimo sindacale dopo una serie di infortuni.
"Sicuramente a livello personale la prospettiva era quella di adesso, di non tornare a giocare. Ho fatto un investimento, ma alla fine ho vinto la sfida tornando in campo. Dopo un doppio infortunio grave è stata una doppia vittoria".

Tra l’altro sei anche stato uno dei primi ad andare a giocare in Cina.
"Tutta questa emergenza l’ho vissuta in maniera particolare,  avendo un amico che vede dalla finestra di casa l’ospedale costruito in 10 giorni a Wuhan. Lì gli manca qualche mese per uscirne".

Per Capello eri più importante di e Batistuta. La partita più bella che hai giocato?
"Parto da una premessa. Forse uno dei regali più belli che ho fatto alla Roma è aver permesso a di giocare fino a 40 anni, visto che per 10 anni ho corso per lui (ride, ndc). A ognuno il suo, io dovevo correre e lui faceva altro. La partita che ricordo con più emozione è quando ho fatto il gol al rientro dall’infortunio, dopo poco più di 1 minuti. Era una cosa a cui non ero abituato, il gol. Sono stati i due minuti più emozionanti della mia carriera".