27/05/2020 19:23
GLIEROIDELCALCIO.COM (Eleonora D’Alessandri) – L’8 maggio 1960 nasce a Travagliato, in provincia di Brescia, Franco Baresi.
Compie oggi sessant’anni il miglior difensore italiano al mondo, inserito nella lista IFFHS dei “Migliori calciatori del XX secolo” (anno 2000, posizione numero 33), uno dei più grandi calciatori della storia di questo sport.
Quando ero piccola e si giocava a pallone nei campi di terra rossa, imitare i suoi tackle era sinonimo di grandi sbucciature e soprattutto di grande rischio di fratture per l’avversario ma, “l’entrata alla Baresi”, era quello che trasformava nella nostra testa la partitella sotto casa, nella finale di Coppa Campioni a San Siro.
Iniziò a giocare a calcio insieme al fratello Giuseppe da molto piccolo, ma per le sue caratteristiche fisiche esili, fu scartato dopo un provino nell’Inter che invece selezionò il fratello. Dopo tre provini al Milan, finalmente entrò nelle giovanili del club.
Franco Baresi, il “Mahatma” ossia “la grande anima”, è da considerarsi insieme a Rivera, il cuore e la colonna portante del Milan, nel quale ha esordito nell’aprile 1978 (Verona – Milan 1-2) e nel quale ha giocato per 20 anni. Fu proprio Rivera, suo compagno di squadra all’esordio, ad esaltarne il carattere pieno di grinta e determinazione, eleggendolo a suo predestinato successore negli anni successivi al suo ritiro.
Proprio nell’anno successivo al suo esordio, nel campionato ’78/’79, Baresi sotto la guida del barone Liedholm, conquista il primo scudetto con il Milan, distinguendosi in campo per le sue doti di leadership e determinazione ed entrando di diritto nel cuore dei tifosi rossoneri. Il legame tra il club, la tifoseria e il giocatore è forte al tal punto da permettergli di rifiutare offerte da altri club italiani, soprattutto nei periodi in cui il Milan è stato più “debole” per vicissitudini economiche e risultati sul campo.
Nella sua carriera rossonera, vive infatti due retrocessioni nel campionato minore. La prima, nel 1980, a causa del coinvolgimento di giocatori e dirigenti del Milan nello scandalo delle scommesse in Italia e la seconda, dolorosissima, nel 1982 che ha visto Baresi lontano dal campo da calcio a causa di una brutta malattia che lo colpì proprio in quell’anno.
Allo stesso tempo però, il giocatore è anche protagonista del ritorno nella serie maggiore e a 22 anni è Capitano e portabandiera della squadra e di tutti i valori milanisti.
Franco Baresi è protagonista anche del Milan dei sogni, quello nato dal 1986 con l’arrivo di Silvio Berlusconi, che concede al club stabilità economica e la possibilità di programmare la squadra a livelli di eccellenza. È il Milan degli olandesi allenato da Arrigo Sacchi, il Milan dei fenomeni, una corazzata che in due anni si impone in Italia con la vincita dello scudetto del 1988 e in Europa con due Coppe Campioni e due titoli Intercontinentali nel 1989 e nel 1990.
Nel 1992 arriva sulla panchina del Milan, l’ex compagno di squadra e di scudetto Fabio Capello e Baresi è sempre più “comandante” che capitano di un Milan che farà incetta di scudetti, conquistandone tre consecutivamente dal ’92 al 94 e di titoli Europei nel 1994 contro il Barcellona.
È difficile raccontare l’importanza del ruolo in campo di Franco Baresi, visto che nel calcio moderno, la posizione di “libero” legata a quella del “catenaccio” non esiste più o quasi. Il padre di questo sistema di gioco in Italia è il mister Gipo Viani, tecnica con il quale conquisterà la promozione in A con la Salernitana nel 1947. Quando arriverà al Milan nel ’59, sarà il primo ad applicarlo a squadre di alta fascia e anche in questo caso vincerà lo scudetto.
Il libero, tecnicamente, è colui che copre lo spazio alle spalle della linea difensiva ed esce per contrastare il portatore di palla, lasciando gli altri due difensori in marcatura. Attraverso un tackle, di solito, recupera la palla e la calcia avanti.
Per questo motivo possiamo dire che Baresi è stato l’ultimo perfetto grande interprete di questo ruolo dopo Gaetano Scirea. Le sue indimenticabili entrate e la qualità del suo gioco come ultimo difensore in fase di non possesso e primo regista in quella di possesso, lo hanno consacrato rendendolo, in una sola parola, unico.
Queste caratteristiche e i successi con il Milan, ovviamente lo portano anche in Nazionale maggiore della quale è capitano oltre che pilastro inamovibile della difesa e con la quale sfiora la leggenda tornando in campo, nella finale persa contro il Brasile del Mondiale del 1994, dopo soli 25 giorni da un grave infortunio. Ricordiamo tutti come andò a finire e il suo pianto dirotto che commosse il mondo. Il titolo di campione del mondo quindi, resta solo quello del mitico campionato del 1982.
Nel 1996, con la sua maglia numero 6, eguaglia Rivera con 500 presenze con la maglia rossonera e si ritira dal calcio giocato al termine della stagione 1996/97 con all’attivo 719 presenze e 33 reti con la maglia del Milan e 81 presenze e 3 reti con la Nazionale. Nessun altro giocatore del Milan potrà mai indossare il mitico nr. 6, poiché al suo ritiro la società deciderà di ritirare la maglia come tributo alla sua grande carriera.
Vera leggenda del calcio italiano, Franco Baresi è campione di numerose battaglie sul campo e nella vita privata, stimato e ammirato da tutto il mondo calcistico, un vero “Mahatma” del calcio vecchie maniere.