13/05/2020 04:14
Un comunicato tradotto in più lingue e firmato da più di 150 tifoserie in Italia, che si uniscono nel 'no' alla ripresa dei campionati, almeno fin quando non sarà possibile aprire gli stadi anche ai tifosi. Il documento è titolato "Stop football, no football without fans", ed è stato condiviso da tifoserie di ogni tipo, sparse tra Spagna, Germania, Francia, Austria, Portogallo, Belgio, Bulgaria, Romania e Bosnia Erzegovina, oltre che trasversalmente dalle curve italiane di squadre appartenenti ad ogni categoria:
"I governi hanno dichiarato il lockdown totale, tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo, la salute pubblica. Riteniamo più che ragionevole lo stop assoluto del calcio europeo. Invece chi lo gestisce ha espresso un solo obiettivo: ripartire. Siamo fermamente convinti che scenderebbero in campo solo ed esclusivamente gli interessi economici. Lo conferma il fatto che i campionati dovrebbero ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare ovvero i tifosi. Chiediamo agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche, fino a quando l’affollamento degli stadi non tornerà un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva".
"Oggi il calcio è considerato più come un’industria che come uno sport. Sono le pay-tv a tenere sotto scacco le società, in un sistema basato solo ed esclusivamente su business e interessi personali che se non verrà ridimensionato, porterà alla morte del calcio stesso. Se noi ultras intendessimo lucrare sulla nostra passione, come ci capita di leggere e sentire in questi giorni, spingeremmo per la ripartenza dei campionati. Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere, per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per fare in modo che questo torni a essere lo UNO SPORT POPOLARE"