12/06/2020 22:34
La sottosegretaria al Ministero della Salute, Sandra Zampa ha rilasciato delle dichiarazioni all'emittente radiofonica parlando del possibile ritorno dei tifosi negli stadi. Ecco le sue parole:
"La riapertura parziale degli stadi a luglio? Credo che, studiando modi e forme, ci sia questa possibilità. Una possibilità che dipenderà dal fatto che le persone dovranno entrare ovviamente una lontana dall’altra e che ci sia un accesso con controllo della temperatura. Dico una cosa: a giugno, come è noto, si riaprono teatri e cinema all’aperto mantenendo il distanziamento fisico. Bisogna che i tifosi sullo stadio assumano un impegno e che i club assumano un impegno serio nel controllo. Non possiamo assistere infatti agli abbracci in caso di goal di una squadra. Abbracciarsi vuol dire mettere a rischio la salute. In uno stadio entrerebbero molti ma molti meno tifosi rispetto alla capienza. Bisogna fare una simulazione per quantificare quanti sostenitori possono entrare, in modo equilibrato, non tutti di una sola squadra. Le tifoserie vanno misurate in modo equo. Le persone devono stare nelle distanze che devono essere indicate da segnali come si farà nei teatri o nei cinema: esempio, un posto occupato, poi un metro e mezzo o due liberi, poi di nuovo occupato. A quel punto, entrando un po’ alla volta con misurazione della temperatura ed indossando la mascherina, si può accedere allo stadio. Una volta arrivato al posto sugli spalti, se all’aperto, si può tirare la mascherina giù. Si può anche urlare in caso di goal, abbracciarsi ovviamente non sarà consentito. Ridurre la quarantena nel calcio? So che è un tema molto importante per il mondo del calcio. Credo molto nella scelta di grande rigore che i protagonisti possano fare: i calciatori, le squadre, chi li vuole bene, li inviti a vivere una vita molto ma molto prudente. E’ un piccolo sacrificio per un periodo molto limitato, poi vedremo come andranno le cose quando ripartirà il campionato. La cancellazione della quarantena nel calcio è difficilissima. Per adesso, il Cts e gli esperti non hanno mai preso in considerazione l’ipotesi di un trattamento diverso: in questo c’è anche un tema di equità e di giustizia. E poi anche di salute: fare un tampone al giorno, che è un po’ abrasivo, vuol dire infiammare enormemente le mucose del naso e della gola”.
(radio kiss kiss)