23/09/2020 22:56
«Nelle mie funzioni di legale, ho messo in contatto lo staff del calciatore Luis Suarez con l'Università per Stranieri di Perugia». L'avvocato Maria Turco spiega, con una lunga dichiarazione, il senso del suo coinvolgimento nell'inchiesta aperta ieri dalla procura della città umbra. «Tale contatto faceva seguito alla verifica dei requisiti necessari per l'ottenimento della cittadinanza italiana e alla constatazione che il calciatore non fosse in possesso del certificato B1, richiesto dalle normative in vigore». «Quest'attività di contatto è riscontrata dalle mail intercorso tra l'entourage del calciatore e l'ente universitario, nelle quali, per pura cortesia, la sottoscritte è in cc (copia conoscenza), ma non destinataria - aggiunge il legale torinese - In altre comunicazioni, dello stesso tenore, ho interloquito con il Servizio Relazioni Internazionali Erasmus e Mobilità della stessa università per avere e trasmettere le indicazioni burocratiche circa l'erogazione del corso on line e l'eventuale successiva iscrizione all'esame in oggetto».
L'avvocato Turco precisa inoltre che le sue parole, captate con intercettazioni telefoniche, «sono state oggi, evidentemente per necessità di sintesi, riportate fuori contesto e in maniera incompleta. Proprio nel corso di quelle conversazioni telefoniche, infatti, ho espresso chiaramente la richiesta che la procedura di esame avvenisse, come previsto, 'in presenzai e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi altro candidato. Presumo che un'analisi attente di tali conversazioni potrà dimostrarlo senza ombra di dubbio». «Quanto al riferimento ad 'altri calciatori' - prosegue l'avvocato Turco - è del tutto evidente che, trattandosi della prima volta che seguivo una vicenda collegata alla certificazione di conoscenza della lingua italiana, le mie parole siano da interpretare come un bagaglio di conoscenza procedurale da utilizzare per casi futuri, solamente laddove ce ne fosse la necessità. Nessun accordo dunque. Nessuna trattativa. Semplicemente una presa d'atto». «Come noto alle cronache, peraltro, il calciatore non è stato tesserato in Italia e la società che, in quella fase, si era interessata a lui, aveva poi esplicitamente cambiato obiettivi di mercato. Rimango a disposizione delle Autorità competenti, laddove lo ritenessero, per fare ulteriore chiarezza - conclude - sul mio operato professionale».
(ansa)