19/09/2020 19:36
RADIO DEEJAY - «Non mi piace dirlo, ma lo devo fare a voce alta: il calcio merita rispetto, bisogna pianificare le cose dialogando»: così il presidente della Lega di Serie A Paolo Dal Pino ha commentato la miniapertura degli eventi sportivi al pubblico decisa ieri, sottolineando di non essere stati ascoltati dal ministero dello sport guidato da Vincenzo Spadafora «A luglio abbiamo fatto con i migliori consulenti in circolazione uno studio di 300 pagine su come riaprire gli stadi in totale sicurezza, nessuno ci ha mai chiamato nemmeno per affrontare questo discorso», ha detto Dal Pino. «Il Cts fa enormi sforzi per occuparsi del paese, siamo grati a loro per quello che stanno facendo. Ma rispetto al nostro ministero dello sport il dialogo non è quello che dovrebbe essere»
«Il calcio - ha aggiunto Dal Pino ai microfoni di DeeJay Football Club - rappresenta una delle più grandi industrie italiane, con un grande gettito tributario e previdenziale, dà lavoro a 300mila persone fra diretto e indiretto, e rappresenta un fenomeno sociale importante. Mi spiace dirlo, ma devo dirlo a voce alta, c'è bisogno di rispetto. Da parte nostra c'è un movimento che ha poco ascolto». Poco prima, rispondendo a un'altra domanda, il presidente della Lega di Serie A ha anche sottolineato che sulla legge di riforma dello sport «non siamo stati sentiti e non abbiamo avuto alcun ruolo».
«Ora - ha poi proseguito Dal Pino, tornando sul tema dell'apertura degli stadi al pubblico - il Paese sta cercando di ripartire, le scuole sono aperte, nei viaggi si muove qualcosa, le aziende lavorano normalmente. L'ho detto anche all'ultima assemblea: perché in metro si fa la coda per entrare, e così a scuola, negli autobus, nelle aziende e perché invece allo stadio non ci può essere una persona seduta con cinque posti vuoti intorno? Perché? Qual è il problema in uno stadio di 40, 50, 70mila persone ? Bisogna solo sedersi e pianificare. Speriamo che il CTS abbia attenzione a questo tema, perché questa è un'industria che se non ha attenzione da parte del ministero che dovrebbe governarla, rischia di andare in grandissima difficoltà e mettere in pericolo molti posti di lavoro»