Capello: «Con una squadra forte si può vincere anche a Roma. Il problema è il dopo...»

08/10/2020 09:21

RADIO DUE - Fabio Capello è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici"

 Capello ha parlato del campionato appena iniziato: "Quest'anno la favorita è l'. Perché nella voglia di cambiare giocatori, ha tenuto anche dei calciatori che dovevano andare via e invece son rimasti.Ha una rosa super fornita, di grande livello. La ha fatto ottimi acquisti ma bisognerà vedere come riuscire a metterli in campo. Stavolta gli avversari sono molto competitivi. Metto prima l'. Poi il . E poi per la il Milan insieme alla Roma".

Poi sullo scudetto alla Roma: "Pensare che fui vicinissimo alla Lazio nel 1997. Ci incontrammo a , allenavo il , poi mi richiamò Berlusconi, al quale dovevo tutto e a quel punto per riconoscenza accettai al Milan e fu il mio più grave errore nelle scelte tornare. Io ho una capacità nel costruire le squadre, lì mi ritrovai con la squadra fatta, e non era una squadra competitiva. Lo scudetto nella Roma? Non è una leggenda che uno scudetto a Roma vale più che a Milano o Torino. Se hai la squadra, è possibile vincere lo scudetto anche a Roma. E' il dopo che è difficile. Si continua a festeggiare anche dopo lo scudetto per mesi. Non si ha più voglia, concentrazione, attenzione. Ci sono le radio, tutti lavorano per farti rilassare. L'ambiente romano? Per me non era un problema, io con le radio non andavo d'accordo, avevo detto subito che con le radio non avrei parlato, non ero disponibile a parlare ogni giorno di quello che succedeva nello spogliatoio. Tanto lo sapevano comunque, perché a Roma si sa tutto. I giocatori, i procuratori... Qualcuno che chiacchiera c'è sempre. E' difficile mantenere un segreto. Ricordo quando chiamai Sensi, io non ho mai avuto procuratori, lui mi disse che mi voleva in panchina, ci incontrammo, firmai il contratto. C'era un problema con molti giocatori che Zeman avrebbe voluto mandare via. La squadra era forte, dopo un anno capimmo che serviva un giocatore di un certo livello, che facesse la differenza, e fu fatto un sacrificio per acquistare Batistuta. Arrivò con dei problemi al ginocchio ma si curò e fu fondamentale. ? Io ho sempre chiesto e dato rispetto ai giocatori. Devi essere capitano non solo per lo scambio del gagliardetto. Devi essere leader in tutti i momenti. Volevo che fosse così".