Katerina Fonseca: "Paulo è contento di poter tornare in Ucraina, anche se non avrebbe voluto giocare contro la sua ex squadra"

10/03/2021 20:15

Katerina Fonseca, moglie del tecnico giallorosso, ha rilasciato un'intervista al portale ucraino, parlando del suo ambientamento in Italia e del suo amore per la Capitale. Le sue parole:

Quali sono state le sue prime parole quando ha saputo che la Roma avrebbe giocato contro lo Shakhtar Donetsk?
Ero sola mentre guardavo il sorteggio, le immagini della diretta arrivavano un po’ in ritardo. Quindi l'ho scoperto grazie al messaggio di mio marito, ho visto sullo schermo del mio cellulare una sola parola: “Shakhtar”. Non potevo credere ai miei occhi. Ma già dopo pochi secondi lo hanno confermato in TV che la Roma e lo Shakhtar si sarebbero affrontate negli ottavi di finale. Avevo sentimenti molto contrastanti.

La reazione di Paulo...
Da un lato, Paulo era sconvolto perché non voleva giocare contro la sua ex squadra, i suoi ex giocatori. D’altra parte, era contento di avere l’opportunità di tornare in Ucraina, dove siamo stati felici. E dove ho sempre un milione di cose da fare! Ci sono gli amici, i posti che amo, e poi c’è la nostra casa più comoda del mondo, che non abbiamo avuto il tempo di goderci. Verrò sicuramente a vedere la partita e sarò felice di essere di nuovo a casa con mio marito e mio figlio, anche se solo per un paio di giorni.

Le dispiacerebbe di più se passasse la Roma o lo Shakhtar Donetsk domani sera?
Lo Shakhtar Donetsk non è estranea alla mia vita, è la squadra della mia città natale. È la squadra con cui ho vissuto fianco a fianco per diversi anni. Ancora oggi ho degli amici lì. Quindi, a dire la verità, sono rimasta sconvolta dopo il sorteggio. Ma questa volta noi e lo Shakhtar saremo ai lati opposti delle barricate. E lo so per certo, a prescindere da come finirà questa qualificazione, il mio cuore si spezzerà un po’.

Come si trova a Roma? Si sente a casa?
Chi si sente assolutamente a casa è mio figlio. Vive in Italia da quando ha tre mesi. Adora la pasta, la mozzarella, si rivolge alle signore con “signora” e  a volte quando si meraviglia unisce le mani e dice “mamma mia!”. La sua casa è qui, non è in Ucraina o in Portogallo. La nostra famiglia è molto legata all’Italia, la città di Roma ci ha accolti con tanto affetto. Ma l’Ucraina mi manca molto. È inevitabile per tutti quelli che vivono lontani.

Che idea si è fatta dei tifosi della Roma?
Ho grande rispetto per loro. I tifosi della Roma sono una forza enorme e sono molto esigenti. Ma hanno anche una grande passione e una dedizione incondizionata per i colori della squadra. Molti di loro praticamente vivono di calcio. Ci vivono proprio, capisce cosa voglio dire? Il giorno della partita se ne parla ovunque. Come si dice da noi, le conversazioni si sentono da ogni “ferro da stiro”: in ogni stazione, radio, in ogni macchina, in ogni supermercato o bar dove gli italiani si fermano per un caffè. Donne, uomini, bambini: assolutamente tutti amano il calcio. E la cultura del tifo è assolutamente particolare qui, non ci sono i mezzi termini: o sei un vincitore e sei in paradiso, oppure un perdente… E allora può capire! Ma va bene così, è il calcio.

Come reagisce Fonseca dopo le sconfitte della propria squadra?
Paulo non è uno di quegli allenatori che dopo una vittoria è al settimo cielo dalla felicità e dopo una sconfitta cade in depressione. Si contiene quando ha successo, sapendo che bisogna continuare a lavorare. E si contiene anche quando si tratta delle sconfitte anche se ha un approccio molto esigente. Sa che dopo ogni sconfitta c’è un altro giorno, perciò servono soluzioni, serve il lavoro duro per sistemare ciò che non ha funzionato.

Si ricorda una partita della Roma dopo la quale era particolarmente felice e una dopo la quale Fonseca era amareggiato?
Particolarmente felice no, non me lo ricordo. Ma sconvolto e amareggiato sì, dopo la sconfitta nel derby. Le partite con la Lazio sono sempre fondamentali, c’è una rivalità di folle intensità e c’è tanta voglia di vincere da entrambe le parti. Paulo è rimasto molto deluso e arrabbiato a causa del risultato.

E' giusto dire che la moglie di un allenatore è anche il suo psicoterapeuta personale?
Sì e no. Piuttosto il primo confidente. Paulo condivide tutto con me e io sono sempre lì se ha bisogno della mia opinione, supporto o consiglio. Non sto parlando di tattica: con i miei consigli non andrebbe lontano, ovviamente. Ma nel calcio il successo e le difficoltà sono spesso vicini: capitano momenti difficili, anche molto difficili. E allora è importante mantenere l’equilibrio, accantonare le emozioni ed essere capaci di supportare.

Ha nostalgia della sua carriera televisiva da quando è in Italia?
Sì a volte mi manca, sarebbe un ritorno interessante. Ho condotto centinaia di trasmissioni in diretta, questa adrenalina particolare non si dimentica mai. Ma tutto ha il suo tempo. Gli ultimi due anni mi hanno dato molti momenti speciali, è stata una pausa molto produttiva. Non ci si crede, ma ho dedicato quasi 10 anni al lavoro nei media, un terzo della mia vita! Il percorso da presentatrice televisiva e membro del consiglio di amministrazione di un grande gruppo mediale mi ha permesso di fare un’esperienza inestimabile e strepitosa. Sono sicura che mi tornerà ancora utile.

Lo scorso anno è avvenuto un furto in casa vostra, cosa è accaduto?
Questa è una brutta macchia nella nostra bellissima storia in Italia. Alle ore 18 da una casa completamente illuminata, che per di più non era vuota, qualcuno è riuscito a entrare e portare via le nostre cose più care. Il punto, ripeto, non è nel loro valore, ma nei ricordi associati a queste cose. Provo dei sentimenti di rabbia e impotenza. Naturalmente, nessuno dei beni rubati è stato ritrovato.

Lei e Fonseca seguite ancora il calcio ucraino?
Cerchiamo sempre di seguirlo, soprattutto le partite dello Shakhtar. Nel campionato ucraino tifiamo per i ragazzi incondizionatamente. Non riesco nemmeno a immaginare un altro vincitore del campionato in Ucraina, come non riesco a immaginare Paulo come allenatore di qualsiasi altra squadra ucraina. Solo lo Shakhtar.

(segodnya.ua)

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