22/06/2021 11:12
TALKSPORT - Nell'appuntamento con Euro Breakfast, lo show mattutino in cui è ospite Mourinho per commentare gli Europei, il tecnico portoghese ha aperto il collegamento via Zoom mostrando alle spalle una serie di trofei che ha scatenato la curiosità dei giornalisti. Alla domanda "Vediamo la tua bacheca, puoi dirci cosa c'è?", lo Special One ha risposto sorridendo: "Sono solo la metà...".
? @Laura_Woodsy: “Your trophy cabinet, do you mind telling us what is there?”
? José Mourinho: “Half of it!”
Brilliant line from José Mourinho who has the best Zoom background ever. ? pic.twitter.com/pljj5HaCzr
— talkSPORT (@talkSPORT) June 22, 2021
Mourinho ha commentato poi la situazione di Bruno Fernandes, attualmente infortunato: "Spero che torni contro la Francia. Può dare tanto".
Sulle scelte di formazione dell'Inghilterra, impegnata stasera con la Repubblica Ceca: "Prima della prima partita contro la Croazia avrei scelto Grealish e Bellingham ma ero totalmente d'accordo quando Gareth (Southgate, ndr) non li ha scelti perché era la prima partita, c'era molta pressione e anche per il modo in cui gioca la Croazia". Prosegue Mou: "Ma credo che in questo tipo di match sia meglio avere Bellingham che Rice e Phillips insieme. Entrambi stanno giocando bene, ma l'Inghilterra ora ha bisogno di qualcosa di diverso".
Continua Mourinho che elogia Grealish, centrocampista dell'Aston Villa: "Quando ad una squadra manca fiducia, gioca con paure e timori, devi avere giocatori che non si nascondono e questo è Grealish. Può fare i suoi errori, può perdere palla ma non si nasconde. Vuole la palla. Non so se a voce dice "dammi la palla", ma se non lo fa, lo fa con il linguaggio del corpo. Contro la Scozia, negli ultimi dieci minuti ha preso due o tre punizioni, ha tirato su la squadra, ci ha provato, è stato preso a calci, ha dato stabilità. Credo che in questo momento l'Inghilterra abbia bisogno di qualcosa del genere. Se Mount è fuori è facile, gioca Grealish come numero dieci. Dagli la libertà di andare ai lati, specialmente a sinistra, ma dagli anche la libertà di finire vicino a Harry (Kane, ndr). Giocherei con Grealish dietro Harry e Bellingham a centrocampo. È una decisione difficile perché non è facile per noi allenatori lasciare fuori i giocatori di cui sei contento, ma tra Rice e Phillips quello che deve rimanere fuori è probabilmente Phillips. Quindi Rice, Bellingham e Grealish".
Mourinho passa a parlare del suo ex attaccante al Tottenham: "Kane ha bisogno di giocare nella sua posizione naturale e sui due lati uno tra Sterling o Rashford, se non entrambi. L'Inghilterra deve mettere un po' di paura e non lasciare che le linee difensive avversarie si sentano a loro agio, perché tutto accade davanti a loro e nulla finisce per succedere dietro le loro spalle".
Infine, Mourinho commenta l'addio di Kevin De Bruyne al Chelsea quando il portoghese allenava i Blues: "Kevin è un giocatore straordinario, in questo momento è uno dei migliori giocatori al mondo, non c'è dubbio. La mia storia con Kevin è stata divertente e alla fine è andata molto bene per lui ovviamente. Nella mia seconda esperienza al Chelsea siamo andati in Asia per giocare alcune partite e allenarci, e Kevin doveva venire con noi e andare in prestito dopo il tour. Mi ha impressionato così tanto che ho deciso di non volerlo mandare in prestito, volevo che rimanesse. Nella prima giornata di Premier League ha iniziato dal 1' contro l'Hull City, nella seconda ad Old Trafford non ha giocato. Dopo il match è venuto da me e ha detto: 'Voglio giocare ogni partita, voglio giocare ogni minuto'. Voleva andare in Germania dove era stato precedentemente in prestito ed era stato felice, la sua decisione era di andare. Ha messo pressione ed è andata molto bene per lui".
"Ha qualità fantastiche, è tra i primi cinque giocatori al mondo. Quando doveva partire in prestito, ho deciso di farlo restare e ho visto quelle qualità. Non aveva l'esperienza e la maturità che ha ora, ma i suoi piedi e la sua visione erano già lì. Ma non era un ragazzo facile nel senso che non era così facile comunicare con lui, era molto difficile fargli cambiare idea - aggiunge -. Sapeva molto bene cosa voleva e non era pronto per giocare in quella stagione al Chelsea dove c'erano giocatori forti, non aveva pazienza. Non era pronto per quello, veniva da una stagione in Germania dove aveva giocato sempre. A volte noi allenatori commettiamo errori, ma non è stato così. Ho visto che aveva potenziale per farlo, ma era solo un ragazzo che sapeva perfettamente cosa voleva".