10/01/2022 09:36
LAROMA24.IT - Roma-Juventus è stata una partita che ha detto tutto e il suo contrario, con i giallorossi in dominio per 70' e in vantaggio per 3-1 che a fine gara si sono ritrovati a fallire l'occasione del possibile 4-4, perdendo così di fronte ai propri tifosi, increduli. A vedere lo sviluppo del match c'è da chiedersi se abbia vinto la Juventus o abbia perso la Roma: "Ha perso la Roma. Caduta in stato confusionale, nell'ultimo terzo di gara, quando Allegri ha azzeccato le sostituzioni", scrive Alessandro Barbano del Corriere dello Sport. "Ha vinto la sua paura, l’inadeguatezza al dubbio, all’avversario, a una battaglia sapiente", scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
A. BARBANO - CORRIERE DELLO SPORT
Roma-Juve è una rimonta o un collasso? Il quesito si leva sul risultato di una partita piena di emozioni, segnata da qualche colpo di alta classe ma tatticamente brutta, tra due squadre con carature tecniche diverse ma allo stesso modo fragili, soprattutto a centrocampo, e ancora alla ricerca di un'identità. (...) La risposta non lascia spazio ad equivoci: ha perso la Roma. Caduta in stato confusionale, nell'ultimo terzo di gara, quando Allegri ha azzeccato le sostituzioni (...). La Roma corre, ma in stato di incoscienza, inseguendo il fantasma del proprio complesso di inferiorità, che si è impossessato dell'animo giallorosso (...).
M. SCONCERTI - CORRIERE DELLA SERA
Vincono tutte, ma vincono un po’ di più Inter e Juventus per la difficoltà degli avversari (...). Ha pasticciato tanto la Roma, tre gol subiti in sette minuti, poi un rigore sbagliato da Pellegrini. C’è stata l’impresa, non l’epica dell’impresa. Morata, è vero, ha contribuito a cambiare il risultato, ma è stato un crollo così verticale quello della Roma da non poter essere solo tecnico. Ha vinto la sua paura, l’inadeguatezza al dubbio, all’avversario, a una battaglia sapiente. Non ho visto una Juve dominante (...).
A. CATAPANO - IL MESSAGGERO
(...) Il covid riparte sempre mentre noi, belli rilassati, giochicchiamo nella sua metà campo. Così, è fatale prendere gol: è una delle certezze del calcio, e della vita. Ma i gol che segna il virus fanno molto male, molto più dei tre subiti ieri sera dalla Roma nei sette minuti di blackout che le sono costate la partita e, probabilmente, la stagione: addio alla Champions e, ascoltando il Mourinho sempre più grigio come il suo cappottino, addio alle armi, perché non c’è nemmeno bisogno di combattere se il destino è un altro campionato nel limbo, all’insegna della mediocrità. Oddio, nulla di clamoroso in fondo, la mediocrità è ormai la cifra italica, e anche lo Special ci ha messo pochi mesi a normalizzarsi (...)
P. CONDÒ - LA REPUBBLICA
(...) Per il modo drammatico in cui è maturata, la vittoria della Juve a Roma è una potenziale svolta stagionale per entrambe. Mourinho è andato avanti 3-1 mettendo qualità al servizio di un buon ritmo: è il segno della Premier, e nella prima ora di gioco il discreto debutto di Maitland-Niles, i gol di Abraham e Mkhitaryan e la leadership di Smalling ricordavano come la Roma fosse una squadra ricca di ex “inglesi”. L’improvviso crac esalta la disposizione alla battaglia della Juve (...). Si può storicamente discutere della ricchezza di gioco di Mou, non della sua capacità di creare blocchi “tutti per uno, uno per tutti”. Il modo in cui la Roma si è sciolta alla prima avvisaglia di guai, la reazione slabbrata agli assalti della Juve, dicono che almeno in questo il portoghese sta fallendo.
A. DI CARO - GAZZETTA DELLO SPORT
(...) Il campionato di Mourinho è una via Crucis: nona sconfitta in 21 partite. Ogni volta c’è un nuovo colpevole. Nella lista dello Special One da inizio anno sono finiti: arbitri, seconde linee, inesperienza, fragilità caratteriali, mercato… Mai però l’allenatore, il secondo più pagato della A. La Roma non ha continuità di prestazioni e di risultati. Gioca a intermittenza, è priva del carattere e del carisma che il tecnico non riesce ancora a trasmettere. Chiude ogni partita con 4-5 attaccanti per recuperare: mosse della disperazione da vecchio calcio. Serve una scossa non solo dal mercato. (...)