11/04/2022 15:36
GR PARLAMENTO - «Nuovo fair play finanziario? Le nuove norme poggiano su tre punti fondamentali, la solvibilità, la stabilità e il controllo dei costi, con controlli puntuali e diretti sugli stipendi di giocatori e allenatori e altri costi. L'industria calcio ha sofferto moltissimo durante la pandemia, con 7 miliardi in meno di introiti che si sono tradotti in 7 miliardi di perdite nette. Questo ha eroso il patrimonio di molte società. Le nuove norme entreranno in vigore in modo scaglionato, in tre anni, fino al 2025 e le sanzioni entreranno in vigore pienamente dal 2025, in modo da lasciar spazio e tempo alle società per adeguarsi». Lo ha detto Andrea Traverso, responsabile delle licenze Uefa e ideatore della sostenibilità finanziaria, nuova versione del fair play finanziario, a 'La politica nel pallone' su Gr Parlamento.
«I club italiani oggi hanno un costo squadra tra i più elevati a livello europeo, legato soprattutto al trasferimento di giocatori, più che agli stipendi. I club italiani hanno speso moltissimo sul mercato, a livello di Premier. Ci aspettiamo che nel 2022-2023 i costi squadra continuino a salire, poi il trend dovrebbe invertirsi, soprattutto con la diminuzione dei costi per i trasferimenti», ha aggiunto Traverso. «Le nostre tecniche di audit sono migliorate ma oggi il deterrente è più alto. Tra i 'Big 5' le squadre italiane devono lavorare di più. C'è da ripensare il sistema calcio in Italia e c'è soprattutto la necessità di investire a lungo termine nelle infrastrutture e nei settori giovanili, dove i club italiani sono un po' più indietro rispetto al resto dell'Europa», ha proseguito il responsabile delle licenze Uefa.
«La prima versione del fair play finanziario aveva un focus molto più importante sul costo economico, ora lo abbiamo spostato più sul patrimonio netto, la solidità patrimoniale. Questa sarà una delle sfide più importanti per le società. Chi ha un patrimonio negativo dovrà incrementarlo del 10% ogni anno fino ad arrivare in territorio positivo», ha spiegato Traverso. «Gli effetti della pandemia dovrebbero farsi sentire ancora per un paio di anni, direi che dal 2024 si dovrebbe tornare a una situazione pre pandemia. Per quello è importante iniziare ad agire subito».