10/06/2022 15:19
THE COACHES' VOICE - Durante la masterclass al canale sportivo l'ex tecnico giallorosso Paulo Fonseca ha spiegato il suo approccio tattico prima analizzando lo Shakhtar Donetsk, poi la Roma nella sua esperienza biennale nella capitale. "Quando sono arrivato a Roma ho deciso di utilizzare lo stesso sistema di gioco dello Shakhtar. Sono partito con il 4-2-3-1 con le ali che si inserivano all'interno e con le stesse intenzioni dello Shakhtar. L'unica differenza è che le squadre in Italia pressano più alto, quindi bisogna trovare più soluzioni per iniziare a costruire l'azione - ha spiegato -. Confesso che preferisco quando le squadre pressano alto, è più facile trovare lo spazio. Giocavamo con Pau Lopez in porta, a destra Florenzi o Santon, come centrali difensivi Mancini e Smalling e sinistra Kolarov o Spinazzola. A centrocampo Cristante e Veretout, con il francese che aveva più libertà di attaccare. Dopo Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle di Dzeko. Dopo l'infortunio di Zaniolo al suo posto ha giocato molte volte Kluivert".
"A metà stagione ho deciso di cambiare e di giocare con il 3-4-3. Se vedete il modo di attaccare è lo stesso del modulo precedente, ma cambia nel momento difensivo. Ho scelto di cambiare perché la maggior parte delle squadre in Italia ci attaccavano con 5 giocatori e con la difesa a 4 avevamo qualche problema a controllare gli attacchi in profondità - ha continuato -. Quindi, ho deciso di aggiungere un centrale difensivo ed è stato più semplice controllare questo momento. Un altro motivo del cambiamento è perché la maggior parte delle volte in cui prendevamo l'iniziativa e giocavamo vicino all'area avversaria, nel momento in cui perdevamo palla con i 3 centrali difensivi eravamo più preparati per il contropiede. Infatti dopo aver cambiato il modulo abbiamo iniziato a subire meno gol, abbiamo raccolto 7 vittorie e un pareggio. Ho deciso di giocare con lo stesso sistema anche nella seconda stagione".
"Come nell'altro sistema era importante la costruzione dell'azione con i difensori centrali. La differenza è che nell'altro sistema uno dei centrocampisti indietreggiava, ma in questo modulo con 3 centrali non c'era bisogno che il centrocampista arretrasse. Con questo modulo i due terzini avevano più libertà, senza restrizioni nella fase offensiva - ha aggiunto -. La prima fase era cruciale per noi, avevamo giocatori come Kolarov, Mancini, Smalling e Ibañez che avevano coraggio ad iniziare l'azione anche sotto pressione".
"Ho deciso di cambiare sistema a Roma ovviamente per le caratteristiche del campionato e delle altre squadre, ma anche per le caratteristiche dei nostri giocatori. Una delle cose più importanti quando abbiamo cambiato modulo è stata l'importanza di Spinazzola. In questo sistema è stato uno dei giocatori più importanti per noi perché è un giocatore molto offensivo ed arriva con facilità negli ultimi metri di campo. Abbiamo vinto con questo cambiamento. A livello offensivo non abbiamo cambiato tanto, ma ammetto di preferire il 4-2-3-1 - ha concluso -. In questo momento non sto lavorando, ma sto guardando molte partite. Posso anche giocare con il 4-3-3, perché le intenzioni della squadra possono essere le stesse anche con questo modulo. Non ho dubbi che nel prossimo club sceglierò il 4-2-3-1 o il 4-3-3".