09/02/2023 17:12
RADIO ROMANISTA - Lungo le frequenze dell'emittente radiofonica è intervenuto l'assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, Maurizio Veloccia, per parlare dello Stadio della Roma a Pietralata, dopo la delibera della Giunta capitolina sul pubblico interesse arrivata due giorni fa. Le sue dichiarazioni:
È sorpreso dai tempi con i quali sta procedendo l’iter?
"Sorpreso no, soddisfatto sì. Il nostro obiettivo era rispettare i tempi che la legge sugli stadi prevede, che tra l’altro sono molto serrati. Abbiamo messo attenzione e passione. Lo stadio è stato un tema caldo a Roma. Non dobbiamo essere troppo entusiasti perché il percorso è ancora lungo e ci sono ancora tante cose da fare, ma il fatto di non aver ancora bucato nulla è una cosa molto positiva".
Il pubblico interesse: cosa si intende e come si valuta?
"Io invito tutti a farsi un giro a Pietralata. Basta prendere la metro B e uscire a Quintiliani e poi guardarsi attorno. Poi guardate il progetto della Roma e diventa evidente cos'è la pubblica utilità. Noi abbiamo una zona di Roma che da 60 anni aspetta di essere riqualificata, sulla quale la pubblica amministrazione ha speso decine e decine di milioni di euro per fare opere pubbliche nel deserto, finalizzate alla riqualificazione. La stazione Quintiliani prevede un carico giornaliero di 67 persone. I terreni oggi sembrano un campo di patate. Quindi il pubblico interesse consiste in un impianto sportivo di ultima generazione, in una riqualifica di un quadrante della città, nella costruzione di un parco di oltre 5 ettari, in opere pubbliche del valore di circa 120 milioni di euro tra parcheggi, passerelle pedonali e impianti ciclo-pedonali. A me il pubblico interesse sembra abbastanza oggettivo. Il progetto di Tor di Valle era completamente diverso: si decideva di prendere un’area verde e di costruire una piccola città. Evitiamo polemiche: Tor di valle è il passato. Questo nuovo progetto non impatterà dal punto di vista dei trasporti perché l’area è tra le più servite dalla presenza della metro e della più grande stazione di Roma (Tiburtina ndr.). C’è un investimento privato di 528 milioni di euro con 150 milioni destinati ad opere pubbliche in quel quadrante. Ci sono inoltre altri progetti, come quello de La Sapienza. Pietralata diventerà una cerniera che unirà gli interessi sportivi, culturali e con un campus universitario. Questo è il pubblico interesse".
Leggendo la delibera c’è un passaggio sulla definizione di pubblico interesse che parla dello stadio come “contenitore di esperienze”: cosa intendete?
"Fare uno stadio all’interno della città piuttosto che fuori, è un progetto ambizioso e bellissimo. Sarebbe stato molto più facile fare tutto in un’area non urbanizzata. La Roma d’altronde ci ha detto di voler fare un impianto che non deve essere fruito solo la domenica per la partita, ma deve essere al servizio della città. È una scommessa che a noi piace, perché significa costruire una struttura che può essere fruita ogni giorno, dove si possono fare concerti ed eventi. Dovrà diventare un luogo “vivo” della città. Anche questo rientra nel pubblico interesse. Creare un qualcosa che possa essere un attrattore, sia di traffico come dicono alcuni, ma anche di vita, capacità di aggregare, veicolo di investimenti economici e di luce su un quadrante dove c’è poco e niente".
Ci sarà bisogno di una variante del piano regolatore?
"Ci sarà bisogno, ma avverrà automaticamente con la Conferenza dei Servizi e l’esito positivo di questa. Però non sarà la variante per trasformare un campo di patate in un terreno edificabile, ma piuttosto una redistribuzione delle capacità edificatore di quel terreno per la costruzione di un impianto sportivo, senza tra l’altro aggiungere un metro cubo in più rispetto al progetto".
In quelle zone, Tiburtino e Nomentano, il traffico è già molto congestionato. Come si risolve questo problema?
"Il tema dell’accessibilità è importantissimo. Noi dobbiamo garantire che le 62.000 persone che vanno allo stadio possano andare e defluire senza problemi. La Roma si è proposta di risolvere questo problema attraverso due soluzioni. La prima è portare la gente allo stadio tramite i mezzi pubblici e non con la macchina. Il seconda è garantire l’accessibilità all’ospedale Pertini. Come abbiamo sempre detto al CEO Berardi lo stadio non si può fare se un’ambulanza fatica ad arrivare all’ospedale. La Roma ha capito immediatamente questo aspetto e sta lavorando in questa direzione. D’altronde io dico: l’Olimpico oggi è una situazione ottimale per l’accessibilità? Io credo di no".
La delibera che voi avete approvato, che iter deve svolgere e quali tempi vi date?
"La delibera ha un iter abbastanza definito. Venti giorni deve essere visionata dal Municipio IV e altre cinque commissioni alle quali è stata inviata. Dopo si dovrà arrivare in aula. Quindi se siamo bravi come amministrazione si dovrebbe arrivare a marzo alla delibera dell’Assemblea Capitolina. Poi ci sarà il vero banco di prova che sarà la disposizione del progetto definitivo. A questo punto ci sarà il momento del pubblico dibattito per presentare il progetto e fugare ogni dubbio che emergerà".
Quando la Roma proporrà il progetto definitivo, pubblicherete tutto?
"Assolutamente. Dovrà essere tutto trasparente, così da abbattere anche questo stereotipo legato a questa città".
Per quanto riguarda la proprietà dello stadio, sarà iscritta direttamente all’AS Roma?
"La società sportiva è stata proponente e sarà proprietaria. Come ha detto Berardi la Roma non cerca soci e noi abbiamo avuto garanzie dalla società".
Il via libera del progetto verrà dato anche dopo aver verificato tutte le coperture finanziarie?
"Sì e io non vedo l’ora di fare queste verifiche(ride ndr.), perché quando arriveremo a quel punto vorrà dire che saremo passati da 11 anni di chiacchiere a posare la prima pietra. La Roma ora deve dimostrare di avere un progetto in grado di passare le Forche Caudine dell’amministrazione pubblica".
Obiettivo 2026 o 2027?
"L’obiettivo è farlo. Non sono in grado di dare oggi una data".