29/09/2023 10:17
RADIO ROMA SOUND - "Siamo contrari a questi progetti, intanto perché c'è un problema di natura costituzionale: quello che prevede la legge sugli stadi, cioè che i pareri sulle sovrintendenze sono inutili, vengono bypassati, va al di là di quello che prevede la Costituzione. E anche il fatto che l'iniziativa viene lasciata ai privati e non la pianificazione del Comune, che invece è competente per questa materia, rende la legge discutibile dal punto di vista costituzionale. Nel merito, siamo contrari perché intorno alla vicenda degli stadi ancora una volta si può scatenare un'ulteriore onda di cemento e un'onda speculativa legata al commerciale intorno agli stadi, che è il vero obiettivo di chi effettivamente fa l'investimento. Non c'entrano gli interessi dei tifosi, i quali giustamente vogliono che ci siano stadi sicuri, comodi da raggiungere. Facciamo l'esempio di Roma: già esistono due stadi, lo Stadio Olimpico e lo Stadio Flaminio. Lo Stadio Olimpico sarà oggetto di una ristrutturazione di 100 milioni di euro e anche lo Stadio Flaminio deve essere necessariamente ristrutturato, onde evitare che cada a pezzi e che si espanda quella zona così incolta che si trova all'interno dello stadio e potrebbe diventare un problema per la salute. Quindi, noi ci ritroveremo in una città come Roma con tre stadi e sicuramente anche quattro, perché se la Roma farà lo stadio a Pietralata anche la Lazio vorrà fare il suo. È necessario? Secondo noi non è necessario. È necessario invece che venga fatta una nuova legge che assicuri il diritto di pianificazione dei comuni e che si ristrutturino gli stadi già esistenti e che, eventualmente dovessero essere realizzati i nuovi, vengano individuate delle aree idonee, possibilmente collegate col ferro, che possano creare un'opportunità e anche un'agevolezza per andare allo stadio. Noi non vogliamo essere preda della speculazione del grande calcio. Io qualche giorno fa ho presentato una proposta per creare l'azionariato popolare nel calcio e mi è stata bocciata, ma su questo farò ancora una nuova iniziativa di legge e cercherò di avere consenso. Perché il fatto che i tifosi possano diventare proprietari o coproprietari delle loro squadre di calcio, come succede al Barcellona o in altre città europee è una certezza di partecipazione. I tifosi devono essere i veri padroni del calcio, non gli speculatori che vengono dall'altra parte del mondo, non gliene importa niente delle squadre italiane, quello che gli interessa è realizzare profitto attraverso la realizzazione degli stadi. Questo non si può fare e non lo dobbiamo fare". Lo ha detto Filiberto Zaratti, deputato e capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali della Camera, intervistato dal programma Gli Inascoltabili.
"Alla mia interrogazione sullo stadio della Roma a Pietralata, il ministro Abodi non ha ancora risposto, quando lo farà vedremo che cosa ci dirà. Io solleciterò, ma la nostra intenzione è di andare comunque oltre l'interrogazione. Dobbiamo fare in modo che questo stadio in particolare, venga ripensato. Non si può realizzare uno stadio in un'area verde, non si capisce per quale ragione un'area pubblica venga edificata da un privato e questo privato addirittura abbia una delibera di pubblica autorità, un'area attaccata all'ospedale Sandro Pertini. Ma si può mai immaginare una cosa simile? Mentre le persone stanno curandosi giustamente all'ospedale per problemi molto seri, a cinquanta metri ci sono i tifosi che esultano e via dicendo? Oppure, se c'è un'emergenza all'uscita degli stadi o all'entrata degli stadi non si può raggiungere l'ospedale perché lo stadio è stato realizzato a ridosso di un ospedale? Ma per dire un'altra criticità: dobbiamo recuperare anche gli spazi verdi per la difesa della salute dei cittadini. Quello è uno spazio verde, che andrebbe utilizzato invece come polmone di quell'area. A Roma in modo particolare, lo Stadio Olimpico e lo Stadio Flaminio possono risolvere i problemi di Roma e Lazio in un'ottica di pianificazione e di collaborazione tra le società calcistiche, il Comune di Roma e il CONI in questo caso. Perché al centro di tutto ci deve essere la possibilità, l'interesse dei cittadini, della città e dei tifosi di avere stadi funzionali, facilmente raggiungibili, possibilmente vicini al ferro e che intorno al calcio non si scateni l'ennesima speculazione che tante volte ha caratterizzato lo sviluppo della nostra città", ha concluso.