28/08/2024 10:57
RADIO MANA MANA SPORT - Dopo le parole rilasciate al canale della Serie A, le accuse rivolte alla gestione della Roma e la conseguente smentita di Bruno Conti, torna a parlare Walter Sabatini. Le sue parole: "Ho preso atto dell'intervento di Bruno, lo considero inevitabile. Bruno è talmente innamorato del suo lavoro e della Roma che era inevitabile un intervento d'ufficio. Non è un intervento personale e non è contro di me, ma una cosa che lui ha dovuto fare per la Roma, che è in cima ai suoi pensieri. Non sono né offeso né deluso, sono in un momento particolare, seguo il calcio da fuori ed è fastidioso per me. Non modifico neanche una virgola di quello che ho detto. Io ho raccolto uno sfogo di Bruno e ho maturato una rabbia forte dentro di me. Ho ritenuto di dire questa cosa perché mi è sembrato un gesto ignobile quello della Roma e non ho potuto trattenermi. Tutto quello che ho detto è vero. Ho sempre detto le cose che ho sentito e le cose che andavano dette. Bruno ha fatto il suo intervento. La rosa della Roma non è a posto e adesso deve preoccuparsi di questo. La rosa non copre totalmente le caratteristiche richieste: mancano corsa, velocità, interdizione. Credo che ci vogliano 2-3 centrocampisti e un difensore per un roster competitivo. Su questo non c'è da discutere, il campo non mente, gli uomini magari sì, ma il campo dà risposte chiare nonostante il lavoro di De Rossi, che conosce il calcio come pochi. So che allenatore è e so quello che può fare, ma gli mancano degli interpreti."
L'allenatore va sempre sostenuto?
"È la prima cosa, l'allenatore deve essere protetto in qualsiasi momento, spero che questo a Daniele non glielo facciano mancare. Daniele è capace di condurre il suo destino anche da solo, lo faceva già da calciatore figuriamoci adesso. Lui ha un calcio bello, di grande respiro, ma serve che la squadra acceleri, e questo nella rosa non lo garantisce nessuno. Serve un centrocampista di grande livello e di grande velocità, servono strappi e accelerazioni che la Roma non ha. Bruno si occupi adesso di aggiustare il roster della Roma insieme a Ghisolfi, perché ne ha bisogno la città e l'allenatore."
Cosa ne pensa di Abdulhamid?
"La lega araba è cresciuta molto, i giocatori stranieri hanno innalzato il livello. Non conosco il giocatore, ne ho sentito parlar bene ma non credo che possa risolvere i problemi della Roma. Pensavo prendessero Assignon, se hanno fatto questa scelta è stata condivisa con Daniele. Oggi i giocatori sono ovunque, pensate a Taremi, che è iraniano e viene indicato da tutti come uno che può fare la differenza."
Meglio un centrocampista fisico o dinamico?
"Non mi portare su questo livello, è una trappola (ride, ndr). Se faccio nomi di calciatori scoppia il casino."
Scambio Abraham-Saelemaekers?
"Saelemaekers è sempre vivo e vivace, mai remissivo, come piace a me. Tatticamente può servire alla Roma. Non si possono costruire squadre senza 3 o 4 dribblatori, creano superiorità numerica e agevolano lo sviluppo dell'azione in profondità. Buona operazione per la Roma, anche perché Abraham non rientra nei piani del mister. A volte è una questione di caratteristiche, non di giocatori, e alla Roma servono questi giocatori."
Cosa ne pensa di Bove e Zalewski?
"Zalewski è un po' involuto. L'uscita di Dani Olmo dal Barcellona per andare a Zagabria è l'esempio: lì si è formato ulteriormente, giocando in Champions per poi tornare in patria. Qualora Bove dovesse andare al Paok, si tratta di una società belligerante, bisogna essere forti con la testa, ha un pubblico invasivo e rumoroso. A volte cambiare squadra è un bene, entrambi sono in una fase interlocutoria, soprattutto Zalewski, gli serve una scarica di adrenalina. Ripeto, la questione Olmo mi ha fatto cambiare idea."
Motta ha una marcia in più?
"Senza ombra di dubbio, l'ho sempre tenuto sotto traccia, sin da Bologna dove voleva onorare Sinisa. Dopo Daniele, Motta è il primo allenatore."