05/01/2009 15:24
Due pareggi - Catania fuori, Sampdoria in casa - contro il «pieno» delle altre Grandi: Inter, Milan, Fiorentina, Roma. LInter si staccò, la Roma pure. È auspicabile che il tecnico abbia corretto le tabelle e adeguato i carichi alle esigenze del calendario. A differenza dellInter, che si trascina il caso Adriano, e rispetto al Milan, che invece di David (Beckham) aveva e avrebbe bisogno di un Golìa in difesa, la Juve è a posto così. Buffon, Camoranesi e Trezeguet sono «acquisti» meno virtuali di quanto non indichino gli almanacchi. Come Aquilani per Spalletti. Sul filo del paradosso, il ritorno del francese, ora che Amauri e Del Piero hanno sviluppato una felice intesa, potrebbe alimentare problemi non lievi. Il tridente rientra nel novero delle soluzioni alternative, a patto che la squadra vi si applichi senza remore mentali. Corre, la memoria, alla prima Juventus di Marcello Lippi. Del Piero (Roberto Baggio), Vialli, Ravanelli. Era la «vendemmia» 1994-95. Il capitano aveva ventanni. Oggi va per i 35. Detto che Amauri potrebbe essere il Vialli della situazione, e Iaquinta, quando sta bene, cosa che gli capita sempre più di rado, il Ravanelli, rimane una casella vuota. Del Piero, appunto. Un po più largo o un po più arretrato. Trezeguet abita in area di rigore. Non può che costituire il perno centrale. Chi non lo vorrebbe, Diego Milito. Il Genoa lo coccola, gli schemi di Gasperini esaltano le qualità degli attaccanti (e viceversa). La scorsa stagione, Borriello rimase in lizza per il titolo di capocannoniere fino allultima curva, salvo arrendersi alle sgommate di Del Piero e Trezeguet. Moratti lo marca stretto, largentino. Dipende tutto da Adriano: se va, se resta. Ibrahimovic-Milito: mica male, come coppia. Con Ibra, fra parentesi, segnano tutti: da Van der Vaart ai tempi dellAjax a Trezeguet, Del Piero, Mutu, Cruz, Suazo, Crespo. Zlatan accoglie e raccoglie. Ecco, Milito sì che potrebbe spostare punti, ambizioni. Lui e pochi altri. LInter viene da otto vittorie consecutive, la Juve da nove successi in dieci partite. In Inghilterra non ci si ferma mai, e per José Mourinho, reclutato da Abramovich nellestate del 2004, un «ponte» così lungo rappresenta una pugnalata alla tradizione. Chissà come lo avrà vissuto e riempito.
Un dato curioso, più che un indizio ambiguo. Anche perché limpatto si annuncia morbido: Inter-Cagliari a San Siro. Per questo, è molto probabile che la Juve si rimetta in marcia a meno nove. Ci è abituata. In attesa di un Chelsea che Scolari fatica a governare, Ranieri può dedicarsi al «palio» più familiare. Non è ancora tempo di scegliere. Per Ancelotti invece sì. Seedorf, Kakà, Ronaldinho, Beckham, Pirlo, Pato: tutti insieme, come suggerisce a rischio zero Berlusconi, o un impiego calibrato, come consiglia listinto di sopravvivenza? Senza Totti e senza Gattuso, Roma-Milan sancirà il primo, delicato, confine fra Victoria e vittoria.