23/04/2009 13:01
La modestissima partita di Udine ha innescato la molla retroattiva fatta di rancore e ora i giocatori sanno di poter contare su un affetto a tempo. Corsi e ricorsi del calcio, perché pochissimi calciatori a Firenze sono stati trattati come quelli attuali e nessun binomio tecnico è stato tenuto in così alta considerazione come Prandelli-Corvino. Il problema ora è questo: come reagirà la squadra di fronte questa tensione supplementare? I giocatori e Prandelli ieri hanno affrontato il nuovo clima ricordando la rimonta dellanno scorso dopo la sconfitta di Cagliari, quando sembrava che il quarto posto fosse una opportunità tramontata. Ma il momento nessuno lo nasconde è complicato. Parziale consolazione: sabato contro la Roma lo stadio viola sarà tutto con la Fiorentina, almeno per novanta minuti. Su questo non ci sono dubbi e il patrimonio di calore farà comodo nello scontro diretto decisivo (almeno per leventuale eliminazione della Roma dallo sprint finale). Il problema di Prandelli è ora quello di irrobustire le difese dei giocatori più sensibili, gli stessi che non hanno fatto il salto di qualità previsto, o sperato, nella seconda fase del campionato. In questa situazione farebbe (farà) sicuramente comodo Jorgensen, uno dei «leader silenziosi» di Prandelli. Martino è entrato in campo negli ultimi venticinque minuti del match contro lUdinese, giocando al posto di Zauri come laterale destro contro Sanchez. Un ruolo forse inaspettato in quella fase della partita, ma sabato contro la Roma Jorgensen potrebbe giocare da esterno alto a centrocampo. Kuzmanovic è sicuramente fra i giocatori meno in forma e più sensibili alle critiche prolungate e Prandelli sta pensando di sostituirlo con Jorgensen...